La notizia ha qualcosa che ghiaccia il sangue. Dice l’agenzia Ansa: “Archeologi peruviani hanno ritrovato almeno 229 resti umani di bambini sacrificati e sepolti in tombe nella regione di Pampa La Cruz, presso la località di Huanchaco”. Eppure appare piuttosto trascurata, e non è solo a causa della crisi politica. Perché?



È vero. Accadde circa 800 anni fa. Tanto tempo fa. Si trattava di placare la furia della natura. Erano in arrivo perturbazioni atmosferiche spaventose. Chi meglio degli innocenti poteva saziare la divinità nascosta negli uragani? El Niño, così era chiamata la terribile tempesta incombente, necessitava di questo pasto. E così a creature dai 4 ai 14 anni è stato aperto il petto. Sono stati sepolti, probabilmente con pietà e commozione. Si parla di record. Mai è stato fatto prima d’ora un ritrovamento di bambini sacrificati alla divinità di questa entità.



I numeri però dicono poco. Io sono stato scosso dalle fotografie. Piccoli scheletri di persone. Persone! Il dolore e il male non sono resi meno reali dalla distanza di tempo e di luogo. Come è stato possibile che non criminali deviati ma un popolo capace di amore, con un elevato grado di cultura e di valori, perpetrasse tutto questo. Sono i Chimù ad essere venuti così alla nostra attenzione. Già nel 2017 furono ritrovate tombe con piccini immolati vicino a Trujillo. Com’è possibile? Eppure non ho letto o sentito molti commenti. Oso dire: senza Cristo era normale. Non erano degli Hitler, non avevano sentimenti devastati. Normale senza Cristo.



I Chimù furono grandi ingegneri, capaci di convogliare l’acqua necessaria a svilupparsi in terre desertiche. “L’opera degli architetti, degli ingegneri, dei decoratori è ancora evidente tra le pittoresche rovine” si può leggere su un sito turistico. Affidandosi a guide sicure, su possono ammirare templi, strade, serbatoi, canali, abitazioni, magazzini per la lavorazione del legno e dei metalli, necropoli… Perché uccidere i bambini?

Le fotografie… sono più forti delle parole. Immaginiamo i padri e le madri a cui furono sottratti. Erano famiglie di prigionieri, oppure il fior fiore dei Chimù? Poco dopo furono conquistati dagli Incas.

Ci spiegano ma non leniscono la pena gli studiosi di antropologia ed etnologia. Dicono che i sacrifici umani sono espressioni di civiltà morenti. Un esempio? Quando i conquistadores spagnoli arrivarono in Messico trovarono un popolo estenuato. Gli Aztechi – come ha mostrato il sottovalutato film di Mel Gibson  Apocalypto – avevano spezzato il legame con il cielo inondandolo di sangue. C’era bisogno di un “nuovo inizio”. Il cristianesimo, pur portato da genti in armi e con tanta sporcizia e avidità, grazie alla santità di pochi frati e alla volontà della Madonna apparsa con le sembianze della “Morenita” a Città del Messico, ha saputo consolare e dare gioia e vita a queste terre.

Bisogna ricordarlo a chi rinfaccia alla Chiesa di aver rovinato con il suo annuncio e la sua presenza un Eldorado di prosperità e vita buona. Non è proprio così. Con enormi errori la fede popolare consentì e consente a milioni e milioni di vivere senza più la paura di un Dio crudele.

Poi però penso: questo cimitero dell’orrore antico è minima cosa rispetto alla strage di milioni e milioni di bambini non nati, uccisi nel ventre materno ai nostri giorni.

Com’è possibile che questo accada nel silenzio? Cristo non parla più ai nostri cuori? Crediamo davvero che sia molto meglio la nostra civiltà rispetto a quella dei Chimù? Ecco perché questo silenzio, questa censura su una scoperta sconvolgente. Non c’è notizia. La prossima volta i Chimù li inceneriscano, come usa con i feti abortiti, come usava con i piccoli ebrei e rom ad Auschwitz.