L’Unione Europea dice basta alla pesca a strascico, ma i pescatori lanciano l’allarme sulle conseguenze per i lavoratori di questo settore e per il futuro dei prodotti ittici italiani. Secondo Coldiretti, il divieto europeo di pesca a strascico potrebbe far sparire dalle nostre tavole un pesce italiano su tre. Di simile avviso il ministro per le politiche agricole e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il quale ha spiegato a Il Messaggero come “in Europa come in Italia stiamo sostenendo le ragioni dei nostri pescatori che insieme agli agricoltori sono i primi ambientalisti. Ma l’Europa ha lavorato molto per convincere i nostri agricoltori a non coltivare e i nostri pescatori a non pescare”.



Il ministro Lollobrigida prosegue dichiarando che “le marinerie si sono indebolite e si sono rafforzate, peraltro nello stesso bacino, senza alcuna garanzia di sostenibilità ambientale, le marinerie dei paesi terzi, dall’altra parte del Mediterraneo. Non ha senso”. Sottolineando che il nostro Paese “sta lavorando per creare un’alleanza per prendere posizioni chiare e nette” e salvaguardare oltre 18mila famiglie messe a rischio dallo stop alla pesca a strascico voluto dall’Unione Europea. La protesta è prontamente esplosa il 14 luglio, al porto di San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani, dove il Villaggio contadino si è scagliato contro il divieto di Bruxelles assieme al ministro Lollobrigida e al presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.



UE verso il divieto della pesca a strascico, ma pescatori italiani non ci stanno

Divieto europeo alla pesca a strascico, una pratica dannosa per l’ambiente che però mette a rischio oltre 18mila famiglie e anche la qualità del pesce consumato in Italia. Il report di Coldiretti riferisce di 63 allarmi alimentari scattati in Italia a causa del pesce straniero, che rappresenta l’86% dei prodotti ittici consumati sul territorio nazionale durante l’anno. “È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute” ha dichiarato Prandini nel corso della protesta dei pescatori italiani contro tale divieto.



Il Governo Meloni non è disposto a indebolire gli interessi dei nostri assetti produttivi e sacrificare un mondo che rappresenta una cultura e una produzione di qualità – interviene il ministro Lollobrigida – Sul piano internazionale stiamo sollevando questioni che vedono sempre più Stati convergere sull’idea che la sovranità alimentare europea è sempre più necessaria e che non ci si può affidare, come avvenuto in passato, a filiere instabili”.