A Le Iene Show è andato in onda il servizio dedicato ai diciotto pescatori siciliani trattenuti con la forza da oltre 50 giorni a Bengasi, in Libia. Questi pescatori erano impegnati in una battuta di pesca in acque internazionali considerate però dai libici come acque territoriali. Ma cosa è successo davvero? L’inviato Schembri ha intervistato uno dei diciotto pescatori siciliani che ha raccontato: “sono arrivati sottobordo. Li ho sentiti che hanno sparato e hanno fermato prima l’Antartide e poi l’Annamadre”. Intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha rassicurato i pescatori siciliani assicurando che presto sarà tutto risolto: “Lavoriamo per riportarli indietro. Sono entrati in un’area non autorizzata sotto il controllo di truppe militari”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Pescatori sequestrati in Libia, il servizio a Le Iene
La trasmissione Le Iene, in onda questa sera con una nuova puntata, si occuperà dei pescatori italiani sequestrati in Libia. Da oltre un mese, 18 pescatori di Mazara del Vallo sono bloccati in terra libica dopo una battuta di pesca in acque internazionali. A raccontare cosa sta accadendo ci pensa Silvio Schembri nel nuovo dettagliato servizio in programma nella prima serata di Italia 1, nel quale ripercorre l’intera controversa vicenda. Era lo scorso primo settembre quando una motovedetta della guardia costiera libica procede con il sequestro di due dei nove pescherecci italiani che stavano pescando in acque internazionali. Schembri ha intervistato per Le Iene i pescatori che sono riusciti a scappare. “Sono arrivati sottobordo. Li ho sentiti che hanno sparato e hanno fermato prima l’Antartide e poi l’Annamadre”, ha dichiarato uno di loro. La domanda che si pone l’inviato del programma è però semplice: come mai nessuno è intervenuto a salvaguardia dei pescatori nostrani? Dal ’59 esiste un servizio della Marina militare, il cosiddetto Vigilanza Pesca (ViPe) che, come si legge nel sito ufficiale, “assicura la presenza navale continua nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia interessate maggiormente alle attività di pesca delle flotte pescherecce siciliane”. Anche dopo quanto accaduto un mese fa, i pescatori assicurano che non vi è alcuna nave militare in loro supporto.
PESCATORI SEQUESTRATI IN LIBIA, LE RASSICURAZIONI DI DI MAIO
In merito al sequestro dei pescatori italiani in Libia, fermati e successivamente imprigionati, si è espresso anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso del Question time al Senato. Come riferisce Fatto Quotidiano online, Di Maio ha commentato: “Riportare a casa i 18 marittimi di Mazara del Vallo sequestrati in Libia è una priorità assoluta per tutto il governo, nelle sue varie articolazioni e sotto il coordinamento di Palazzo Chigi”. Lo stesso ministro ha escluso un nesso con la sua visita nel Paese nordafricano ma ha avvertito: “Lo stato di fermo per qualcuno che viola una zona autoproclamata è inaccettabile, ma quella rimane una zona a rischio. Questo è un messaggio che mando a tutte le marinerie. Così come sarebbe inaccettabile se qualcuno ci dicesse, ‘se liberate i nostri vi diamo gli italiani'”. Di Maio ha comunque garantito che lo stato di salute dei pescatori sarebbe buono: “Lo monitoriamo quotidianamente, si trovano in buone condizioni, non sono detenuti in un carcere, ma in una struttura indipendente, non hanno contatti con detenuti, sono trattati in maniera corretta e hanno ricevuto, per il tramite dell’Ambasciata a Tripoli, le loro medicine di uso abituale”. I familiari dei pescatori bloccati in Libia, intanto, da giorni sono accampati davanti a Montecitorio. Una delle moglie, intervistata da Quarta Repubblica, ha commentato: “Nonostante le rassicurazioni del ministro Di Maio resteremo ancora qui fino a quando non torneranno”.