Il pesce rischia di sparire dal nostro mare: alcune specie un tempo molto comuni nel Mar Mediterraneo sarebbero infatti a rischio estinzione. Il motivo è presto individuato: la colpa sarebbe dell’eccessivo sfruttamento delle risorse marittime, dovuto anche al ricorso della pesca intensiva. Questa, utilizzata per soddisfare le crescenti richieste di pesce provenienti da tutti i Paesi d’Europa, sta portando però all’eliminazione di determinate specie, come l’anguilla e l’aragosta. Proprio per sostenere scelte alimentari più consapevoli e sostenibili, MedReAct ha presentato una guida illustrata riguardo le specie ittiche a rischio estinzione presenti proprio nel Mediterraneo.
La guida è stata presentata in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, come sottolinea Il Giornale. Sarebbero ben 19 le specie, indicate nel report, a rischio estinzione. Sono quelle inserite nella lista rossa stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che fornisce informazioni su ogni specie valutata. Tra queste anche lo stato, il commercio e le minacce e anche la tutela.
Come salvaguardare il pesce
Proprio la lista dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura è stata utilizzata da MedReAct per costruire la propria pubblicazione. Tra le specie più ad alto rischio ci sono pesci che troviamo sui banchi delle pescherie e della grande distribuzione. Si tratta di varie tipologie, a cominciare dall’anguilla, che ha visto ridursi la propria popolazione del 95%. La cernia si è ridotta del 50% in appena 34 anni. Per quanto riguarda l’aragosta mediterranea, parliamo di una decimazione del 40%, stessa percentuale di dentice e nasello.
Solamente un consumo più sostenibile di pesce potrebbe porre rimedio alla situazione, come spiegato da Domitilla Senni, responsabile di MedReAct, a Il Giornale: “È paradossale che ancora si autorizzi la cattura e la vendi- ta di specie selvatiche a rischio di estinzione. Purtroppo chi acquista pesce molto spesso non sa di consumare una specie che potrebbe estinguersi definitivamente nei prossimi anni. Ecco perché questa Guida può aiutare i consumatori a fare scelte più consapevoli e sostenibili quando riempiono il carrello della spesa”.