È racchiusa quasi tutta nel titolo la storia di Pesci Piccoli: Un’agenzia, molte idee, poco budget, la nuova e assai divertente serie tv (6 episodi di 30′) prodotta da The Jackal e Mad Entertainment per Prime Video. Apparsa in piattaforma l’8 giugno è già un caso di successo. Si tratta di un’esplicita parodia della blasonata francese Dix pour Cent e della più recente versione italiana di Call My Agent, ma rappresenta anche un’esplicita e intelligente citazione della grande The Office, la serie creata da Ricky Gervais con Steve Carell, che ha conquistato anni fa il pubblico di mezzo mondo. Cosa che molto probabilmente riuscirà anche al simpatico gruppo di giovani comici napoletani.
L’agenzia di cui parliamo è una piccola società di comunicazione che sbarca il lunario in un modesto e affollato ufficio, un open-space collocato nella estrema periferia orientale della città. L’unico lusso offerto ai dipendenti è un piccolo terrazzo che affaccia sul Vesuvio. La società è stata rilevata da una più grande società milanese, che decide di spedire a Napoli una nevrotica manager in disgrazia, a cui è stato affidato il compito di gestire la sede e renderla più produttiva.
Come tante società di comunicazione che sopravvivono al Sud, anche la Pesci Piccoli vive grazie alla creatività dei suoi collaboratori e alla ricerca di soluzioni intelligenti, con l’unico scopo di far fronte alla limitatezza dei budget di clienti troppi piccoli o poco disposti a investire in comunicazione. Ma la forza del gruppo è principalmente nella grande umanità che lega le persone, nel rispetto religioso delle tradizioni, ma soprattutto nel clima di grande solidarietà, vissuto con assoluta normalità.
La parodia spinge evidentemente sempre a creare qualche paradosso, come nel caso della nonna-cuoca sfruttata dai nipoti e che viene portata al mare come se fossimo in Quasi Amici. Ma per chi ha avuto in qualche modo a che fare con il mondo della comunicazione di oggi, si rende conto ben presto che il racconto ha una vena di profondo realismo. Così come in The Office, la piccola agenzia della Pensilvania che vende carta da ufficio proprio mentre inizia la grande trasformazione digitale, anche nel nostro caso “l’ufficio” in sé diventa più importante di quello che si fa al suo interno. Le relazioni umane, le dinamiche di amicizia e quelle sentimentali, la solitudine, le lotte di potere che si instaurano tra le persone, trasformano ogni luogo di lavoro in una famiglia che spesso accoglie o respinge le persone così come sono.
La squadra di The Jackal ha raggiunto l’obiettivo di realizzare un prodotto televisivo compiuto. Merito soprattutto dei quattro protagonisti: di Aurora Leone, nei panni della producer sottovalutata e insostituibile (potrei citare numerosi casi di Aurore in quasi tutti gli uffici che conosco), di Ciro Priello e Gianluca Fru, nel ruolo dei comunicatori scettici e in cerca di motivazioni, ma soprattutto di Fabio Balsamo, che questa volta si supera nell’interpretazione di se stesso, il ragazzo sempre più triste perché non è in grado di risolvere la sua crisi sentimentale, ma anche il più saggio, perché sempre disponibile a capire gli altri, a fare da coscienza critica del gruppo.
Insomma, una visione consigliata ai tanti fan del gruppo comico diventato famoso con LOL, ma una risata è garantita anche a chi conosce bene il mondo della comunicazione e a tutti coloro che trovano necessario operare una sana e dissacrante smitizzazione del mondo dei social media.
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