Si torna a parlare di Alberto Scagni, il ragazzo che ha ucciso la sorella e che poche settimane fa aveva subito un brutale pestaggio in carcere. La mamma di Alberto Scagni, la signora Antonella, ha raccontato in diretta tv: “E’ stato curato in una maniera molto attenta con umanità rivolta alla sua persona. Il 26 dicembre improvvisamente è stato trasferito in una cella d’isolamento, una cella infermieristica che è comunque d’isolamento, praticamente abbandonato a se stesso. Io ho visto Alberto nuovamente in situazione di pericolo di vita. È stato un mese in rianimazione dopo un pestaggio massacrante, quindi buttato lì senza neanche essere dissetato. E’ stato messo in una branda da carcere senza possibilità di arrivare alla bottiglietta dell’acqua, tra l’altro tremava per debolezza e quindi non avrebbe potuto bere”.
E ancora: “Quando la vostra redazione si è messa in contatto con Imperia le cose sono cambiate: era alto 1 metro e 80 e pesava 55 kg. Non si nutriva. Credo che fosse come un cane in un canile, ma solo per i primi 4 giorni comunque. Ora le cose sono cambiate, si sono resi conto che avevano un malato da curare”.
PESTAGGIO ALBERTO SCAGNI, LA MAMMA: “POSSO PARLARE CON LUI SOLO CON LE CLASSICHE REGOLE”
La mamma di Alberto Scagni ha aggiunto: “Questa cella è totalmente chiusa agli infermieri, c’è una porta di ferro. Io ho potuto parlare con lui come colloquio carcerario classico. Ho provato a portargli del cibo di sostentamento sottostando a tutte le regole. Lui per cinque giorni non è stato lavato, non si lavava neanche i denti, ho provato a portargli del collutorio ed è come se ho portato una molotov. Io posso vederlo solo come colloquio carcerario: posso comprenderlo per una persona che sta bene ma un uomo che sta male… mi sembra inumano”.
E ancora: “C’è il pregiudizio che Alberto sia un detenuto figlio di genitori rompiscatole, noi non siamo passivi ma abbiamo presentato un esposto in Procura facendo nomi e cognomi”. Storie Italiane ha mandato anche in onda la risposta dell’ospedale: “L’ASL è obbligata a rispettare le regole dell’autorità giudiziaria. Il paziente è stato preso in carico dalla fisiatria per continuare la degenza”. Sul pestaggio: “Io non so ancora chi l’abbia massacrato, so che erano due detenuti, so quel poco che mi ha detto Alberto, l’hanno mandato in coma”.