La Peste Suina non sembra arrestarsi nelle regioni del nord Italia ed è per questo che l’Unione Europea ha mandato un avviso all’Italia, sottolineando le misure insufficienti messe in atto dal governo del BelPaese per contrastare la malattia degli animali. Sono mesi che il problema della Pesta Suina è salito alla ribalta delle cronache, e dalla fine del mese di luglio sembrerebbe essersi ripresentato in 5 diverse regioni, con in più l’alert dell’Ue ha redarguito il nostro Paese.
Dopo aver analizzato i casi emersi in Emilia Romagna e Lombardia, l’Eu Veterinary Emergency Team della Commissione Europea, ha evidenziato la necessità di un miglioramento del controllo dell’avanzata della peste, con un piano che sia comune e coordinato. Ma non finisce qui perchè per gli esperti dell’Ue è necessario anche un piano B per controllare ed eradicare la malattia. La minaccia è che la Peste Suina starebbe avanzando in maniera più veloce rispetto alle contromisure messe in atto, con il rischio che si possa diffondere anche in altre regioni, come ad esempio Veneto o Toscana.
PESTE SUINA, L’UE: “ECCO LE CRITICITÀ EMERSE”
Ma non finisce qui perchè gli esperti dell’Ue hanno individuato tutta una serie di criticità che dovranno essere migliorate nel breve periodo se si vorrà eradicare la Peste Suina, come ad un esempio una scarsità di risorse, una coordinazione insufficiente fra le regioni, e i problemi tecnici. Alla luce di questa “diffida” ha replicato il governo italiano per bocca del commissario straordinario per la Peste Suina, Giovanni Filippini, che ha fatto sapere che le autorità italiane hanno già elaborato una nuova strategia per contenere il virus e che a breve la stessa sarà inviata a Bruxelles, di modo da far meglio comprendere le azioni messe in pratica dal nostro governo in materia.
Come fa notare il Corriere della Sera, prima ancora dell’alert dell’Ue le autorità del Belpaese avevano introdotto delle misure più restrittive, a cominciare dal divieto di movimentare i suini nell’area presente nelle zone di sorveglianza delle tre regioni interessate da più casi, leggasi Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, oltre all’obbligo di segnalare eventuali morti da Peste Suina o morti comunque sospette.
PESTE SUINA: LA PREOCCUPAZIONE DEGLI ADDETTI AI LAVORI
Con il decreto legge Agricoltura dell’11 luglio, invece, era stata attivata una vera e propria task force anti Peste Suina composta da personale delle forze armate, ma evidentemente non è bastato. Ora le associazioni di categoria temono gravi perdite nel settore, a cominciare da slow food, che parla di una situazione che sta per “degenerare”, tenendo conto che circa 50mila maiali sono stati abbattuti con perdite di decine di milioni di euro.
Per Coldiretti, invece, servono interventi più rapidi e un’azione di prevenzione che non si basi solo sull’abbattimento dei capi, linea di pensiero che viene condivisa anche dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi: chissà se il problema si riuscirà a risolvere in tempi brevi.