Pesticida nelle vigne, la protesta e i rischi

Il pesticida Clorpirifos da giugno 2023 si potrà utilizzare sui vigneti per combattere la flavescenza dorata, nonostante possa danneggiare gravemente la salute e in particolare lo sviluppo mentale dei bambini, oltre a causare disabilità psichica e autismo e provocare squilibri ormonali e metabolici. Si tratta di un pesticida e insetticida utilizzato nella lotta alla cicalina, vietato nell’Unione Europea dal 2020 che però sta per tornare in uso grazie a una deroga chiesta al ministero della Salute dal Servizio Fitosanitario Nazionale. La misura ha come obiettivo quello di contrastare l’epidemia di flavescenza dorata nelle vigne.



L’uso di clorpirifos, che presto tornerà ad essere utilizzato nonostante il divieto del 2020, è stato fortemente criticato. Ad alzare il polverone è stato per primo il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni al Corriere del Veneto: “Inaccettabile la richiesta di deroga per un prodotto con conseguenze gravissime sulla salute dei nostri bambini”. La richiesta è stata avanzata dalle regioni al Ministero della Salute che sembra intenzionato a concederne l’uso una volta l’anno.



Il “no” dei consorzi al “super pesticida”

L’ipotesi di reintegrare l’utilizzo del pesticida nelle vigne contro l’epidemia di flavescenza dorata, non trova d’accordo il mondo dei consorzi, che si è schierato contro la normativa. L’unione dei viticoltori che producono il Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene, ad esempio, hanno spiegato al Corriere del Veneto attraverso il direttore Diego Tomasi: “La strategia di lotta è basata principalmente sul corretto utilizzo dei principi attivi esistenti e autorizzati, stiamo usando quelli dell’annata scorsa e segnalando i vigneti non correttamente gestiti che diventano cassa di espansione di focolai”.



“Abbiamo più volte espresso la nostra contrarietà ad una deroga al Clorpirifos – spiega invece il presidente Stefano Zanette -pur comprendendo le ragioni che hanno spinto ad avanzare una tale richiesta, vista la complessità della situazione. Noi ci siamo attivati per attuare tutte le soluzioni più idonee per far fronte al dilagare del fenomeno con le pratiche attualmente ammesse e il supporto della ricerca. La valutazione spetta al ministero della Salute, non è un argomento politico o agricolo”.