In Francia si è deciso di vietare il pesticida S-metolaclor. A deciderlo, come si legge stamane su Le Monde, l’Agenzia Nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro (ANSES), a seguito di una perizia in cui è emerso come il pesticida sia stato riscontrato nelle acque sotterrane, precisamente dei metaboliti “al di sopra del limite di qualità fissato dalla normativa europea”. L’S-metolaclor è un prodotto molto diffuso in Francia al punto che ogni anno ne distribuiscono circa 2.000 tonnellate, commercializzato sotto il nome di Syngenta.



A settembre 2021 l’ANSES aveva presentato una relazione in cui sottolineava la contaminazione delle acque sotterranee e superficiali destinate all’utilizzo dell’uomo: “La revisione completa dei dati disponibili – si legge – ha mostrato la presenza abbastanza onnipresente, di S-metolaclor. Abbiamo notato – si legge ancora – livelli inaccettabili rispetto alla normativa, ovvero superiori a 0,1 µg/l [0,1 microgrammi per litro]. Ma senza nozione di rischio associato per i consumatori”. Dopo la perizia sono state inasprite le condizioni inerenti l’uso dell’erbicida, riducendo le dosi massime di applicazione per le varie colture come mais, soia, girasole e via discorrendo.



PESTICIDA S-METOLACLOR AL BANDO IN FRANCIA DALL’ANSES: MONITORATA L’ACQUA DEL RUBINETTO

Peccato però che tale riduzione non abbia fatto rientrare nei limiti i metaboliti incriminati di conseguenza l’ANSES ha deciso di applicare il divieto. Come sottolinea Le Monde, i giorni dell’S-metolaclor sembrano quindi giunti alla fine non soltanto per l’inquinamento delle acque ma anche per l’aspetto cancerogeno, fino ad ora solo sospetto, dello stesso. In ogni caso l’Anses specifica che nell’acqua del rubinetto i metaboliti non danno alcun problema per l’uomo, giudicando la loro presenza “ininfluente”, mentre nelle falde acquifere la situazione si capovolge, definendo il tutto “rilevante”.



In ogni caso, sottolinea Le Monde, anche per l’aspetto acqua potabile la vicenda potrebbe non essere del tutto conclusa visto che nei prossimi mesi si effettueranno ulteriori analisi delle acque, e l’ANSES potrebbe decidere di classificare come “rilevante” anche le acque che giungono nelle case dei francesi: e allora sarebbe un bel problema.