Stretta dell’Unione europea sui pesticidi chimici: secondo gli ultimi indirizzi di Bruxelles, l’uso di queste sostanze dovrà essere dimezzato entro il 2030. La Commissione ha infatti adottato due proposte che “ridurranno l’impronta ambientale del sistema alimentare dell’Ue, proteggeranno la salute e il benessere dei cittadini e dei lavoratori agricoli e contribuiranno ad attenuare le perdite economiche che stiamo già subendo a causa del degrado del suolo e della perdita di impollinatori dovuti ai pesticidi”.
“È giunto il momento di cambiare il modo in cui utilizziamo i pesticidi nell’Ue – ha detto la Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides -. Si tratta della salute dei nostri cittadini e del nostro Pianeta. Con questa proposta stiamo quindi realizzando le aspettative dei nostri cittadini e gli impegni assunti nell’ambito della strategia From Farm to Fork per costruire un sistema di produzione alimentare più sostenibile e sano. Dobbiamo ridurre l’uso di pesticidi chimici per proteggere il suolo, l’aria e i prodotti alimentari e, in ultima analisi, la salute dei nostri cittadini. Per la prima volta, poi, vieteremo l’uso di pesticidi nei giardini pubblici e nei parchi giochi, facendo in modo che si riduca drasticamente la nostra esposizione a questi prodotti nella vita quotidiana. La politica agricola comune sosterrà finanziariamente gli agricoltori per coprire tutti i costi delle nuove norme per un periodo di 5 anni. Nessuno sarà lasciato indietro”.
Ma la linea adottata da Bruxelles non manca di sollevare perplessità. “La proposta di regolamento sui prodotti fitosanitari – è la replica dell’eurodeputato Paolo De Castro – non tiene conto, ancora una volta, delle preoccupazioni che abbiamo ripetutamente sollevato, sia con la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che con il vicepresidente, Frans Timmermans, ponendo obiettivi importanti di riduzione dei fitofarmaci, senza però offrire alcuna alternativa valida agli agricoltori. Ci troviamo in un momento storico in cui la nostra sicurezza alimentare è messa a dura prova dall’invasione russa in Ucraina. E con questa proposta sembra che la Commissione ignori il contesto geopolitico in cui ci troviamo, nonostante la stessa valutazione d’impatto che accompagna la proposta stimi come l’obiettivo di riduzione del 50% dell’uso di pesticidi a livello Ue porterà non solo a un calo del 17% della produzione europea, ma anche a conseguenti aumenti sia dei prezzi per i nostri consumatori, sia delle importazioni da Paesi terzi che non garantiscono alcun rispetto dei nostri standard di sostenibilità. Si tratta quindi di una proposta, che ancora una volta penalizza i nostri agricoltori, senza offrire loro alcuna soluzione all’utilizzo della chimica. Piuttosto di presentare slogan e target utili solo alla comunicazione, noi siamo pronti a metterci al lavoro per ribilanciare questo regolamento, con strumenti concreti e budget sufficienti per ottenere benefici ambientali reali, e accompagnare i nostri agricoltori nella transizione verso modelli produttivi sempre più sostenibili. In questo senso, ci auguriamo che la Commissione rompa gli indugi e presenti al più presto il dossier per l’autorizzazione delle nuove biotecnologie sostenibili, necessarie se davvero vogliamo limitare l’uso della chimica, senza mettere a repentaglio il nostro potenziale produttivo”.
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