Il caso dei due coniugi di Bolzano, Peter Neumair e Laura Perselli, torna stasera al centro della nuova puntata di Quarto Grado, il programma di Rete 4. Si tenterà di fare il punto sul duplice giallo, dopo il ritrovamento del corpo della donna nel fiume Adige e che ha confermato la morte per asfissia da strangolamento e il mancato ritrovamento dei resti del marito, entrambi misteriosamente scomparsi nel tardo pomeriggio del 4 gennaio scorso. Dal 29 gennaio il figlio della coppia, Benno, si trova in carcere con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere anche se continua a ribadire la sua innocenza. Dal suo passato tuttavia sarebbero emersi presunti episodi di psicosi sui quali oggi la trasmissione di Rete 4 cercherà di fare luce.



Gli inquirenti, tuttavia, continuano a nutrire numerosi dubbi rispetto a Benno Neumair, come riferisce anche AltoAdige.it che parla di tentativi di depistaggio messi in atto dal figlio trentenne dei coniugi nelle ore immediatamente successive alla loro scomparsa. L’obiettivo del giovane sarebbe stato quello di rendere il più possibile difficoltoso il ritrovamento dei corpi dei genitori sperando nell’azione del fiume Adige. Anche per questo, dopo aver recuperato il corpo senza vita di mamma Laura gli inquirenti vogliono fare ritorno nel medesimo luogo con i migliori sommozzatori italiani dell’Arma dei carabinieri di stanza a Genova per tentare di recuperare anche il corpo di Peter.



CASO PETER NEUMAIR E LAURA PERSELLI: BENNO PROVÒ A DEPISTARE INDAGINI?

Secondo quanto emerso, il tentativo di depistare le indagini e indurre in errore gli inquirenti nella ricerca dei corpi di Peter Neumair e Laura Perselli sarebbe stato messo in atto mirando alle capacità dei cani di ricerca di fiutare tracce importanti delle vittime. Le presunte previsioni di Benno si sarebbero rivelate esatte in quanto nei giorni successivi alla scomparsa dei due coniugi di Bolzano i carabinieri organizzarono prontamente delle ricerche con l’ausilio dei cani molecolari in città e sul Renon ma gli animali utilizzati non furono in grado di indicare una traccia precisa. Un comportamento che destò qualche sospetto nelle forze dell’ordine e che alla luce dei nuovi dati porterebbe sostenere che Benno avrebbe messo a punto un piano per depistare le indagini puntando proprio all’uso dei cani molecolari.



L’eliminazione fisica dei genitori, secondo gli inquirenti, sarebbe stata vissuta da Benno come una svolta positiva per la sua vita, quasi come una sorta di liberazione psicologica. Lo dimostrerebbe il suo atteggiamento nei giorni successivi alla scomparsa, quando l’uomo si recò dall’estetista per un trattamento di dermopigmentazione. Furono le operatrici del centro estetico a riconoscerlo non tanto per l’aspetto fisico, che come scrivono i colleghi di AltoAdige.it sarebbe ben diverso da quello emerso dalle foto dei media, bensì per il fatto di aver fornito il cognome della mamma dicendo di chiamarsi, appunto, Benno Perselli. Intanto dagli atti relativi all’inchiesta, oltre ai presunti depistaggi ci sarebbero anche prove di pianificazione dei duplici delitti, come confermato in parte dall’autopsia sul corpo della madre dalla quale è emerso come la donna non abbia avuto neppure il tempo di tentare una flebile difesa, restando vittima di un vero e proprio agguato.