Peter R. de Vries non ce l’ha fatta. Il celebre giornalista olandese, noto per le sue inchieste sulla criminalità organizzata, è morto oggi, giovedì 15 luglio 2021, nove giorni dopo l’agguato avvenuto fuori dalla sede dell’emittente RTL Boulevard. Il 64enne era stato raggiunto da cinque colpi d’arma da fuoco alla testa, un attacco organizzato per punire le sue inchieste. E non si tratta del primo episodio, ma solo l’ultimo caso di un’escalation che va avanti da tempo.



«Peter R. de Vries ha combattuto fino alla fine, ma non è riuscito a vincere la battaglia. Peter ha sempre vissuto secondo la sua convinzione: “In ginocchio non c’è modo di essere liberi», recita la nota diffusa dai suoi familiari. Un dramma che ha scioccato i Paesi Bassi, Paese che ha sempre amato il giornalista investigativo per la sua lotta contro la mafia ed i boss della droga.



PETER R. DE VRIS NON CE L’HA FATTA

Peter R. de Vries nel corso degli ultimi decenni ha firmato importanti inchieste, basi pensare ai servizi sul rapimento del milionario della birra Freddy Heineken, risalente al 1983. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha manifestato vicinanza alla famiglia del giornalista, un cronista che «non aveva paura di niente e di nessuno»: «Dobbiamo garantire che la giustizia faccia il suo corso, lo dobbiamo a Peter». Ricordiamo che per l’agguato mortale a Peter R. de Vries sono stati arrestati due sospetti: un olandese di 21 anni, sospetto sicario, e un polacco di 35 anni, sospetto complice. Un lutto che ha scosso l’intera Olanda e che ha acceso ancora una volta i riflettori sulla potenza dei signori della droga. Diversi giornalisti investigativi, tra i quali lo stesso de Vries, sono sotto protezione dopo aver ricevuto minacce di morte.