E’ morto Peter Zinovieff all’età di 88 anni, era ricoverato in ospedale da una decina di giorni dopo essere caduto in casa a inizio mese. Si è spento nella sera di mercoledì 23, lo ha comunicato con un tweet il compositore James Gardner. E’ stato un importante ingegnere britannico che alla fine degli anni Sessanta ha dato vita al VCS3, primo sintetizzatore portatile usato da grandi musicisti del progressive rock come Pink Floyd e gli Who.
La società di Peter Zinovieff, la Electronic Music Studios (EMS), fu una delle prime a renderli pubblicamente disponibili e a venderli agli artisti, in quanto i precedenti sintetizzatori (noti quelli prodotti da Moog Music, ARP Instruments e Buchla) venivano costruiti per l’utilizzo in studio e presentavano dimensioni alquanto proibitive. A contribuire alla sua diffusione è stato inoltre il prezzo di lancio, meno di mille sterline in Gran Bretagna.
Il sintetizzatore usato anche in Italia
Nel nostro Paese, tra i primi a capire le potenzialità del VCS3 ci fu Franco Battiato che lo usò per l’album “Fetus” del 1971. Ma anche Piero Umiliani per gli album “Synthi Time” (1971) e “Switched on Naples” (1972), e Lucio Battisti che applicò il sintetizzatore portatile a chitarra e voce nel disco “Anima latina” del 1974, dove è evidente l’influenza dei Pink Floyd e dei Tangerine Dream.
Tantissimi i musicisti che è riuscito a conoscere Peter Zinovieff con la sua invenzione, in un’intervista del 2015 per il Guardian raccontò anche alcuni aneddoti di quando ha insegnato a Ringo Starr come utilizzare il VCS3: “Mi sono divertito con lui. Andai a casa sua a Hampstead. Non era particolarmente bravo. Ma allora nemmeno io lo ero”. Zinovieff continuò quella chiacchierata ricordando Paul McCartney, con cui ha collaborato nel 1967 alla composizione inedita “Carnival of Light“, dicendo che gli piacerebbe che quel pezzo vedesse la luce: “Ma come entri in contatto con Dio?”.