La visita all’ambasciata cinese, il post pubblicato sul blog di Brillo a favore di Pechino e Russia ma non solo. La nuova tegola per Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle, è legata a Vito Petrocelli. Il presidente della Commissione Esteri su Twitter ha sostenuto che l’Italia dovrebbe essere il miglior riferimento per Cina e Russia, rincarando la dose ai microfoni di Repubblica…



Nella lunga intervista rilasciata al quotidiano capitolino, Petrocelli ha rimarcato che l’Italia dovrebbe essere il miglior riferimento per Pechino, Mosca ma anche per l’Iran. E attenzione anche alle tesi quantomeno sorprendenti: «Non credo alla persecuzione degli uiguri. Basta andare nello Xinjiang per capire che non c’è pulizia etnica».



PETROCELLI (M5S) NELLA BUFERA

Le parole di Vito Petrocelli hanno scatenato una bufera nel mondo politico, con diversi partiti che hanno già chiesto un passo indietro al presidente della Commissione esteri. La Lega ha parlato di «negazionismo» che non rappresenta la giusta sintesi politica della maggioranza: «Se Petrocelli crede di poter tranquillamente blandire un regime totalitario si dimetta dalla sua carica e segua il suo sodale Di Battista nei suoi viaggi in giro per il mondo tra regimi ed autocrazie; altrimenti chieda scusa e scelga con nettezza il campo della democrazia e del pluralismo che non possono essere mortificati così impunemente da un rappresentante delle istituzioni». Disappunto anche nel Partito Democratico, peraltro impegnato nella costruzione di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Il dem Alessandro Alfieri ha spiegato a Repubblica: «Un presidente di Commissione, eletto da un’ampia maggioranza, dovrebbe essere più prudente, più equilibrato».

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