Potrebbero volerci addirittura 55 anni per avere i documenti di Pfizer sul vaccino anti Covid. È quanto ha tristemente scoperto un gruppo di oltre trenta professori e scienziati di diverse università statunitensi (come Yale, Harvard, Ucla e Brown), che aveva chiesto al governo di condividere i dati su cui si è basato per autorizzare il vaccino anti Covid di Pfizer e BioNTech. La richiesta è stata fatta in relazione al Freedom of Information Act (Foia) del 1967 che impone alle agenzie federali di rispondere alle richieste di informazioni entro 20 giorni lavorativi. Il problema è che richieste di questo tipo sono tutt’altro che rapide, tanto che a volte bisogna ingaggiare delle battaglie legali per riuscire ad ottenere le informazioni. In questo caso, però, agli scienziati è stato risposto che potrebbero volerci 55 anni. L’indiscrezione è stata riportata dall’agenzia di stampa Reuters, che ha ricostruito la vicenda. Questa è, dunque, la tempistica che ha indicato la Food and drug administration (Fda) al tribunale per rilasciare la documentazione richiesta dagli scienziati. Se dunque il giudice federale dovesse concordare, Public Health e Medical Professionals for Transparency avrà accesso ai dati solo nel 2076.



Dal canto suo, la Food and Drug Administration (Fda) si è giustificata sostenendo che viene richiesta una quantità di materiale enorme, pari 329mila pagine. Ma per gli scienziati quelle informazioni potrebbero essere importanti per aiutare a rassicurare gli scettici e far capire che davvero il vaccino anti Covid è «sicuro ed efficace», contribuendo di fatto ad «aumentare la fiducia nel vaccino Pfizer» in un momento in cui Europa e Stati Uniti sono nella quarta ondata della pandemia Covid.



VACCINO PFIZER, BATTAGLIA CON FDA SUI DOCUMENTI

D’altra parte, l’Fda non può rilasciare documenti così come sono, ma deve rivederli per oscurare «informazioni commerciali riservate e segreti commerciali di Pfizer e BioNTech e informazioni sulla privacy personale dei pazienti che hanno partecipato a studi clinici». La proposta dell’ente regolatore Usa è quindi quella di rilasciare 500 pagine al mese su base continuativa, tenendo conto che hanno solo 10 dipendenti per la revisione e che ci sono altre 400 richieste Foia. Per gli scienziati invece questa richiesta dovrebbe avere la massima priorità e il materiale dovrà essere rilasciato entro il 3 marzo 2022. Si tratta del resto dello stesso tempo impiegato per la revisione «per il compito molto più intricato di autorizzare il vaccino Covid-19 di Pfizer», hanno scritto i legali degli scienziati.



Non si comprende, sottolineano i legali, cosa ci sia di più importante della «divulgazione immediata dei documenti su cui si basa la Fda per autorizzare un prodotto che ora viene richiesto a oltre 100 milioni di americani, pena la perdita della loro carriera, del loro reddito, del loro status di servizio militare, e molto peggio». Fanno anche notare che hanno 18mila dipendenti e un budget di 6 miliardi di dollari. Mark Pittman, giudice distrettuale Usa, ha fissato una conferenza di programmazione per il 14 dicembre per valutare la tempistica per il rilascio dei documenti.