All’indomani dell’annuncio da parte di Joe Biden di un piano anti Covid che prevede la somministrazione di 100 milioni di dosi di vaccino in 100 giorni, Pfizer comunica all’Ue il taglio di forniture di vaccini ai 27 Paesi membri, Italia compresa, per quattro settimane. I due eventi sono collegati tra loro? Il sospetto c’è, secondo quanto riportato da Il Messaggero. Lo stabilimento di Puurs, in Belgio, dove sarebbero in corso lavori di potenziamento della produzione, non rifornisce solo l’Europa. E infatti due giorni fa Repubblica aveva spiegato che in Gran Bretagna, Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi le dosi non sono state ridotte. Dopo le varie proteste, anche quelle italiane, Pfizer ha fatto una parziale retromarcia, spiegando che il taglio delle consegne riguarderà solo una settimana, poi recupereranno. “Ma di Pfizer non ci fidiamo più, fino a quando non vediamo le dosi non siamo tranquilli”, hanno fatto sapere alcune Regioni, secondo quanto riportato dal quotidiano capitolino. Il problema è che il sistema dei richiami, che devono scattare dopo tre settimane, rischia di andare in crisi. Un problema per quelle Regioni che non hanno tenuto la scorta del 30 per cento. Ad esempio, c’è preoccupazione in Campania, dove sono state terminate le dosi.



VACCINI PFIZER, TAGLIO CONSEGNE NON OMOGENEO

C’è un’altra scelta di Pfizer che sta mettendo in crisi il piano vaccinale. Ci riferiamo al taglio delle consegne non omogeneo, ma a totale discrezione dell’azienda che manda un numero di dosi imprevedibile nei 298 centri vaccinali. Di conseguenza, è complicato organizzarsi. Secondo una tabella elaborata dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, ci sono territori che subiranno una riduzione molto alta: in Trentino-Alto Adige addirittura del 58%. Altre regioni invece non vengono interessate dalle riduzioni, spiega Il Messaggero. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. La frenata di Pfizer e la ridotta fornitura di Moderna impediscono ora all’Italia di accelerare. L’Agenzia europea per il farmaco (Ema) ha confermato che la risposta alla richiesta di autorizzazione per il vaccino di AstraZeneca arriverà attorno al 29 gennaio, mentre arrivano segnali importanti da Johnson&Johnson, vaccino monodose di cui l’Italia ha acquistato oltre 50 milioni di fiale. Il verdetto in questo caso potrebbe arrivare tra fine febbraio e inizio marzo.

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