Pfizer aggiorna il bugiardino del vaccino anti Covid e inserisce l’aumento dei rischi di infiammazione al cuore, soprattutto tra chi ha 12 e 17 anni. Infatti, è riportato «un aumentato rischio di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione del lining fuori dal cuore), in particolare entro la prima settimana dopo la vaccinazione». Il rischio segnalato «è il più elevato nei maschi da 12 a 17 anni d’età». Nel bugiardino, come riportato dalla Verità, sono riportati anche consigli pratici. «Cercate assistenza medica al più presto se avete uno dei seguenti sintomi in seguito alla vaccinazione, specie durante le due settimane dopo aver ricevuto una dose del vaccino: dolore al petto, fiato corto, sensazione di battito cardiaco accelerato, anomalo, o palpitante».
Il giornale evidenzia che sì la modifica al bugiardino è una novità importante, ma già nel modulo del consenso informato, per partecipare ai trial pediatrici di fase 2 e 3, era riportata l’avvertenza su «livelli più elevati di una particolare proteina, chiamata troponina I, trovati nel sangue», che potevano essere «un segno precoce di miocardite o pericardite». Ma le date nella copia del documento sono errate: luglio 2016 e luglio 2019, mentre in realtà dovrebbe risalire a luglio 2021, per ovvi motivi, comunque prima che Pfizer emandasse il foglietto illustrativo del vaccino anti Covid. Al termine dell’indagine Pfizer aveva evidenziato 1.070 miocarditi e 888 pericarditi. Ora anche l’Ema certifica che quelle patologie, miocardite e pericardite, hanno portato al ricovero in terapia intensiva o alla morte, ma raramente.
I CHIARIMENTI SULLE PRESUNTE TRACCE DI DNA DI UN ONCOVIRUS
Nel frattempo è scontro sui social in merito alla notizia che il vaccino anti Covid di Pfizer presenterebbe sequenze di Dna del Simian virus 40 (SV40), un oncovirus che, secondo una parte della comunità scientifica, è in grado di causare tumori. The Epoch Times, sito accusato di diffondere bufale e fake news, ha annunciato di aver avuto conferma dall’autorità canadese Health Canada. La Verità cita anche lo studio di Kevin McKernan e Phillip J. Buckhaults secondo cui nei lotti di vaccino da loro esaminati erano stati rinvenuti i promotori dell’oncovirus. Ma lo stesso McKernan, ex direttore della ricerca presso lo Human Genome Project del MIT che ora gestisce Medicinal Genomics, ha respinto le conclusioni che si sono diffuse in Rete, parlando di «allarmismo» e «click bait», in quanto i ricercatori avevano scoperto un «promotore SV40» nel vaccino Pfizer. Ciò non vuol dire aver trovato il virus completo. I “promotori” sono sequenze di Dna che aiutano a stimolare l’espressione genetica e sono stati usati a lungo nella biologia molecolare, hanno spiegato McKernan e altri esperti.
«La paura riguardo alle sequenze SV40 è una totale assurdità. Il vaccino non causerà il cancro. Nel vaccino non è presente alcun gene che causa il cancro», ha scritto Phillip Buckhaults, direttore del Cancer Genetics Lab presso l’Università della Carolina del Sud, non coinvolto con lo studio. Nelle scorse settimane c’è stata anche la smentita dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) tramite il portavoce Alessandro Faia: «Non ci sono prove che indichino la presenza di SV40, un virus trovato nei reni delle scimmie che può potenzialmente causare il cancro negli esseri umani, nella formulazione dei vaccini contro il Covid-19». Invece, il colosso farmaceutico Pfizer ha anche confermato in una dichiarazione inviata all’Associated Press che non è stato usato il Dna delle scimmie per creare la sua versione dell’inoculazione del Covid. «Il vaccino è un vaccino completamente sintetico. Esistono studi preclinici sugli animali che utilizzavano macachi rhesus; tuttavia, nessuna parte del nostro vaccino o dei nostri studi ha utilizzato scimmie verdi. L’affermazione che il vaccino contenga DNA di scimmia è inesatta», ha fatto sapere la società.