Il dibattito sulla terza dose del vaccino è ufficialmente aperto. Pfizer e BioNTech sostengono che sia necessaria entro 6-12 mesi dalla vaccinazione completa, infatti in una nota hanno annunciato l’intenzione di chiedere l’autorizzazione. «Sebbene la protezione contro la malattia grave sia rimasta elevata per tutti i 6 mesi, si prevede un calo dell’efficacia contro la malattia sintomatica nel tempo e la continua comparsa di varianti», si legge nella nota. Sono peraltro in corso studi sulla terza dose, i cui risultati preliminari sarebbero incoraggianti a detta delle due case farmaceutiche. Quindi, Pfizer e BioNTech prevedono di pubblicare dati definitivi a breve e di presentarli a Fda, Ema e le altre autorità di regolamentazione nelle prossime settimane, in quanto la terza dose ha «il potenziale per preservare i più alti livelli di efficacia protettiva contro tutte le varianti attualmente noti, tra cui Delta».
Ma all’annuncio hanno replicato Food and Drug Administration (FDA) e il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), secondo cui gli americani che sono stati completamente vaccinati non hanno bisogno di una terza dose di richiamo in questo momento. «Siamo preparati per dosi di richiamo se e quando la scienza dimostrerà che sono necessarie». (agg. di Silvana Palazzo)
PFIZER CHIEDERÀ AUTORIZZAZIONE PER TERZA DOSE VACCINO
La multinazionale americana Pfizer e la BioNTech, hanno annunciato che nel giro di poche settimane chiederanno l’autorizzazione alle autorità regolatorie, leggasi la Fda, la Food and drug administration americana, e l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, per la terza dose del loro vaccino anti covid. La decisione giunge dopo alcuni dati ritenuti incoraggianti a seguito di una sperimentazione clinica che ha mostrato come una terza iniezione possa aumentare il livello degli anticorpi addirittura di 5/10 volte contro il ceppo originario nonché la variante Beta, rispetto alle prime due dosi. Secondo quanto riferisce il quotidiano online Open, la richiesta dovrebbe giungere entro il mese di agosto, come ha fatto sapere il direttore scientifico di Pfizer, Mikeal Dolsten. Pur rassicurando sul fatto che «il vaccino Pfizer-BioNTech ha alti livelli di protezione contro la variante Delta», permettendo quindi di ridurre casi e ricoveri gravi ed evitando ospedalizzazione e morte nella stragrande maggioranza dei casi, lo stesso manager ha spiegato che in Israele il calo di efficacia del vaccino (passato dal precedente 94 al 64%), «è dovuto principalmente alle infezioni nelle persone che erano state vaccinate a gennaio o febbraio».
“CON TERZA DOSE ANTICORPI 5-10 VOLTE SUPERIORI”
Dolsten ha aggiunto: «Probabilmente sussiste il rischio di reinfezione perché gli anticorpi, come previsto, diminuiscono», mentre «una terza dose di richiamo genererebbe livelli anticorpali di 5 – 10 volte superiori rispetto alla seconda dose». Sulla questione si è espresso anche Albert Bourla, il Ceo di Pfizer, che ha dichiarato che «le persone probabilmente avranno bisogno di una dose di richiamo del vaccino anti-Covid ogni 12 mesi», così come del resto avviene per il vaccino antinfluenzale. Sulla terza dose aveva parlato pochi giorni fa anche il sottosegretario alla salute, Andrea Costa, che aveva di fatto già anticipato le dichiarazioni di Pfizer (qui l’intervista completa) spiegando: “Per la terza dose di vaccino anti Covid” in Italia ci vorrà probabilmente un anno” dal primo ciclo. “Abbiamo iniziato a vaccinare a fine dicembre 2020, quindi le terze dosi potrebbero essere somministrare a fine dicembre”.