Mentre in Italia si dibatte sull’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro e sulle possibili sospensioni dei lavoratori che non si vaccinano, come si comportano le aziende che producono i sieri? Per molti produttori la vaccinazione sta diventando obbligatoria, per altri no, ma solo perché i dipendenti si sono già sottoposti tutti alla vaccinazione. A livello globale, però, si può dire che molto dipende anche dalle leggi locali. Stando a quanto riportato da Fierce Pharma, Novartis ha deciso di valutare l’introduzione dell’obbligo se lo riterrà necessario, per ora l’alternativa è il tampone. Gilead Sciences invece ha deciso di introdurre l’obbligo e ha imposto ai dipendenti di vaccinarsi entro il 1° ottobre.



Ma dove l’obbligo non è considerato legale, verrà «raccomandata fortemente» la vaccinazione. Stesso discorso per Pfizer, che sta richiedendo a tutti i dipendenti di vaccinarsi, altrimenti dovranno sottoporsi a test settimanali. Solo per chi non può vaccinarsi o ha obiezioni religiose verranno valutate alternative.



VACCINI OBBLIGAOTORI PER CHI LI PRODUCE? NON SEMPRE…

Genentech della Roche è arrivata all’80% della copertura vaccinale, ma secondo il San Francisco Business Times intende procedere con l’obbligo per la parte restante. Ci sono anche aziende che hanno un approccio “wait and see”, come GlaxoSmithKline che richiede la prova dell’avvenuta vaccinazione ai dipendenti per un certo numero di siti statunitensi, ma non esclude di intervenire con l’obbligo se necessario. Discorso simile per la Bayer e Takeda. Eli Lilly invece ha annunciato che richiederà a tutto il personale degli Stati Uniti e di Porto Rico di essere vaccinato contro il Covid-19 a partire dal 15 novembre.



Le richieste di esenzione saranno valutate su base individuale. «Crediamo che questa decisione aiuti a mantenere i nostri dipendenti, famiglie e clienti sicuri e sani, e ci assicura di poter continuare a produrre farmaci salvavita per le persone di tutto il mondo», ha comunicato la casa farmaceutica.