Negli ultimi giorni si è diffusa la notizia di una “confessione choc” di Pfizer sul vaccino anti Covid, in particolare riguardo la sua efficacia e sicurezza. La vicenda, poi rimbalzata sui social, riguarda un documento di BioNTech per l’agenzia americana SEC (Securities and Exchange Commission), l’equivalente della Consob, in cui si affermerebbe che non sono sicuri dell’efficacia del vaccino. Quanto basta per scatenare i no vax che hanno pensato di avere la “pistola fumante”.
Come ricostruito da Open, che ha smontato quanto riportato da VisioneTv, Il Tempo e Affaritaliani, le parti del documento prese in considerazione riportano quanto segue: «Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nell’Unione Europea o in altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concessa l’approvazione all’immissione in commercio condizionata». Questo documento, che risale al 30 marzo 2022, era stato mal interpretato già dai no vax degli Stati Uniti ma, nonostante ciò, è finito sulle testate giornalistiche italiane.
LA VERITÀ SUL DOCUMENTO INVIATO ALLA SEC
La SEC non si occupa della sicurezza dei farmaci, ma dei mercati; quindi, vigila contro le irregolarità e la concorrenza sleale tra aziende. Non vi sono scienziati, ma figure aziendali che si occupano di qualsiasi rischio economico, a prescindere dalle conferme attuali. Per quanto riguarda sicurezza ed efficacia del vaccino, quello di Pfizer e BioNTech ha superato tre fasi di sperimentazione clinica, con le agenzie Fda ed Ema che hanno vigilato sui potenziali rischi. Ma le garanzie che possono dare queste agenzie non sono le stesse che possono fornire le aziende agli investitori. Una casa farmaceutica non può garantire in maniera autonoma efficacia e sicurezza, scavalcando Ema e Fda.
Ne parla anche il professor Enrico Bucci sulle colonne de il Foglio, spiegando che si tratta di «una formula di rito, che serve come avvertimento di una casa farmaceutica verso gli investitori». Invece è stata usata per l’ennesima teoria del complotto. «Se un’azienda garantisse ai suoi investitori l’approvazione da parte di Fda, questo sì che sarebbe preoccupante». Dunque, il messaggio per la SEC è un altro e lo sintetizza lo stesso Bucci: «Cari investitori, per motivi diversi potremmo non essere in grado di soddisfare le richieste delle agenzie regolatorie, e non arrivare al prossimo passo. E la ragione è evidente: sono le agenzie regolatorie che devono vagliare per noi la sicurezza, non le aziende». Dunque, le testate che hanno rilanciato lo “scoop” hanno fatto riferimento ad un documento che non ha alcuna valenza scientifica e che non smentisce le evidenze emerse sul vaccino. Ma delle formule di rito che le aziende usano diventano per i no vax una ammissione, rendendosi responsabili però di una decontestualizzazione di un documento pubblico.