Il colosso farmaceutico Pfizer ha deciso di lanciare un programma di riduzione dei costi alla luce delle scarse performance del vaccino contro il covid prodotto dalla stessa azienda, nonché del trattamento virale, la cui domanda è in continuo calo dopo che la pandemia è stata decisamente debellata in ogni angolo della Terra. Pfizer, come si legge sul sito del Times, ha spiegato di voler attendere il prossimo autunno per cercare di capire come saranno i tassi di infezione di covid e quindi le possibili vaccinazioni, palesando la possibilità di introdurre il famoso siero combinato contro covid e influenza.



Se però le vaccinazioni dovessero abbassarsi ulteriormente a quel punto il colosso farmaceutico sarà costretto a rivedere i suoi investimenti nei confronti della lotta al virus, compreso il vaccino combinato, così come spiegato dal CEO del gruppo, Bourla. Come specificato anche da Il Fatto Quotidiano, l’azienda ha chiuso il secondo semestre del 2023 con un utile netto pari a 2.3 miliardi di euro, in calo del 77 per cento su base annua, ma comunque ancora al di sopra delle attese. Dimezzati i ricavi, passati a 12.7 miliardi, fortemente penalizzati proprio dal crollo della domanda di prodotti anti covid.



PFIZER, CROLLANO GLI UTILI PER SCARSA DOMANDA PRODOTTI COVID: LE PAROLE DI DAVID DENTON

Se si tolgono il vaccino Comirnaty, sviluppato assieme a BioNTech, e l’antivirale Paxlovid, i ricavi operativi di Pfizer segnerebbero un più cinque per cento, ci tiene a precisare la compagnia, sottolineando quindi come sia la “branchia Covid” quella debole del gruppo. Pfizer prevede ricavi per l’intero esercizio fra i 67 e i 70 miliardi di dollari, confermando comunque tutti gli altri target, a cominciare dall’utile per azione fra 3,25 e 3,45 dollari.

“Nonostante alcune sfide a breve termine sui ricavi dei singoli prodotti – le parole di David Denton, responsabile finanziario del gruppo – riteniamo che l’azienda sia ben posizionata per una crescita accelerata dei nostri prodotti non Covid nella seconda metà del 2023″.