Pfizer aveva sottoscritto con Israele un accordo per la fornitura prioritaria di dosi del vaccino contro il Covid-19 in cambio di dati sanitari, ma i documenti sono “scomparsi”. A rivelarlo, come riportato da i24news, è stato il Governo stesso in tribunale, affermando di non essere riuscito a ritrovare le carte e di non essere neanche certo del fatto che queste ultime fossero state firmate. “Abbiamo cercato in tutti i posti, inclusi l’ufficio del direttore generale e l’ufficio legale, ma non c’è”, queste le parole pronunciate dall’avvocato dell’ufficio del procuratore, Ahava Berman, a nome del ministero della Salute.
Il caso della sparizione dell’accordo resta dunque un mistero. Quel che è certo è che le due parti avevano trovato l’intesa a dicembre del 2020, tanto che appena un mese dopo la questione era stata resa pubblica. Israele era così diventato il primo Paese a completare la vaccinazione e aveva aiutato il resto del mondo con le sue statistiche. La questione, però, aveva sollevato numerosi dubbi in termini di tutela della privacy.
Pfizer, dosi in cambio di dati sanitari da Israele: il mistero dell’accordo
Al di là della questione della privacy, adesso a sollevare dei dubbi è anche l’assenza della documentazione che attesta l’accordo tra Pfizer e Israele per la fornitura prioritaria di dosi del vaccino contro il Covid-19 in cambio di dati sanitari. L’intesa, infatti, prevedeva delle clausole, molte rimaste segrete e dunque tuttora misteriose, probabilmente anche per i diretti interessati. C’è, però, di più. Il timore più grande, infatti, è che l’accordo in questione possa persino non essere mai stato stipulato, in quanto non ufficialmente sottoscritto dalle due parti. «Nell’accordo pubblicato», ha riferito la fonte, «era stato lasciato spazio alle firme dell’allora direttore generale del ministero della Salute, Hezi Levy, e di un’altra persona di Pfizer, il cui nome è stato oscurato, ma le loro firme non erano presenti».
Non è, tra l’altro, la prima volta che una vicenda di questo genere con protagonista Pfizer accade. Anche nell’intesa con l’Ue, infatti, mancano all’appello le carte in quanto sarebbero state “cancellate” dai database. Pare, però, che Ursula von der Leyen abbia scambiato con i vertici degli sms e delle telefonate di cui il contenuto non è esplicitato.