Ritardare la seconda dose dei vaccini anti Covid di Moderna e Pfizer è possibile, ma l’intervallo tra la prima dose e il richiamo non deve superare i 42 giorni. Questo il parere fornito dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). A farne richiesta il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Francesco Figliuolo, in particolare per quanto riguarda i vaccini a mRna, visto che con AstraZeneca è già previsto un intervallo di tre mesi. Quindi, il Comitato tecnico scientifico dell’Aifa dopo aver valutato la richiesta ha ribadito che l’intervallo ottimale tra le dosi è di 21 giorni per il vaccino Comirnaty (Pfizer-BioNTech) e di 28 giorni per Moderna. Se però si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, lo si può fare, purché non si superi in ogni caso l’intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini.
In questa occasione il Cts dell’Aifa ha ribadito che «per ottenere una protezione ottimale è necessario completare il ciclo di vaccinazione con la seconda dose». Questa svolta rappresenta una opportunità per ottimizzare al massimo la gestione delle dosi disponibili e velocizzare così la campagna di immunizzazione.
RASI (EMA) “RICHIAMO VACCINI FONDAMENTALE”
Ne aveva parlato anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), il quale aveva spiegato che il tema del distanziamento tra le dosi era stato affrontato anche nell’ultima seduta del Comitato tecnico scientifico che affianca il governo. Anche il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ieri ha parlato di «flessibilità» possibile in merito all’intervallo tra le due dosi. Ora arriva il via libera dell’Aifa. Secondo il professor Guido Rasi, ordinario di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata e fino al novembre scorso direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), a La Stampa ha spiegato che «allungare i tempi della seconda dose di Pfizer e Moderna è possibile e aiuterebbe la campagna vaccinale» e ha precisato che è quanto previsto anche nel foglietto illustrativo. «Il rischio di rimanere scoperti dall’immunità è minimo, perché gli anticorpi si creano soprattutto dalla terza settimana. A quel punto chi contrae la malattia è molto protetto», ha aggiunto.
Ma questo non vuol dire che basta una sola dose. «Per gli anziani, che hanno un sistema immunitario debole, serve la seconda. Per i giovani meno, ma è comunque per tutti un prolungamento e rafforzamento della risposta immunitaria».