Per Pfizer e Moderna nessuno stop, per AstraZeneca, invece, sì. Fa discutere la diversità di trattamento ricevuta dai tre vaccini anti-Covid a seguito di alcune gravi reazioni avverse riscontrate scientificamente, con i primi due sieri, sviluppati con tecnologia a mRna, che non sono stati accompagnati da una campagna politica e mediatica dai toni allarmisti, cosa invece verificatasi con il preparato anglo-svedese, nonostante soltanto mercoledì la casa farmaceutica abbia diramato una nota stampa in cui viene fatta menzione di uno studio pubblicato su “The Lancet” e nel quale si dimostra che le trombosi dopo la seconda dose vaccinale si verificano con un’incidenza pari a quella dei non vaccinati.



Il quotidiano “La Verità”, a tal proposito, manifesta la propria disapprovazione, evidenziando come miocarditi e pericarditi (infiammazioni cardiache) siano non così rare dopo la somministrazione dei sieri Pfizer e Moderna nei più giovani. A conferma della veridicità di queste parole, vi sono i dati raccolti dal Centro di controllo e prevenzione delle malattie degli Stati Uniti d’America, in base ai quali negli under 30 sono stati confermati 699 casi a fronte di 1.194 segnalazioni sospette, che fanno schizzare la statistica sopra quota 2 casi di problemi cardiaci ogni 328,67 milioni di dosi inoculate. Idem nel Regno Unito, dove l’incidenza è addirittura di 3,6 casi per milione di somministrazioni, a detta della Medicines and healthcare products regulatory agency, omologo dell’Aifa.



PFIZER E MODERNA PIÙ RISCHIOSI DI ASTRAZENECA? I NUMERI DELL’EUROPA

E l’Europa? L’Agenzia europea del farmaco ha raccomandato solo il 9 luglio scorso la modifica delle schede informative dei vaccini. In particolare, scrive “La Verità”, nello spazio economico europeo, al 31 maggio scorso erano state registrate 164 segnalazioni di miocardite e 157 di pericardite, che, in rapporto a 197 milioni di dosi Pfizer-BioNTech e Moderna somministrate a quella data, si traducono in un’incidenza pari a 1,63 casi per milione.

In Italia, invece, l’Aifa ha annunciato “aggiornamenti su alcuni punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di miocardite e pericardite dopo vaccinazione con vaccini a mRna” solamente lo scorso 19 luglio, senza alcun tipo di raccomandazione di sorta. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inoltre precisato che anche fra i giovanissimi “ci sono casi di persone che contraggono il virus e ne derivano situazioni di gravità, come il caso della undicenne di Palermo che ha perso la vita”.