Uno studio finanziato da Pfizer e pubblicato pochi giorni fa sulla rivista scientifica Lancet mostra un calo importante della protezione offerta dalla terza dose del vaccino Covid contro la variante Omicron. La conclusione degli studiosi è che potrebbero essere necessarie in futuro somministrazioni aggiuntive di vaccini, nuovi o adattati, che sono attualmente in sviluppo. Riscontri in tal senso arrivano dall’Israele. «Dati preliminari da Israele hanno mostrato una migliore protezione contro l’infezione da SARS-CoV-2 con la variante omicron e COVID-19 grave in individui che hanno ricevuto una quarta dose di BNT162b2 rispetto a quelli che avevano ricevuto solo tre dosi almeno 4 mesi prima».



Quindi, in previsione di una eventuale quarta dose, l’idea di Pfizer è di puntare direttamente su vaccini nuovi o adattati alla variante Omicron, pur riconoscendo la necessitò di raccogliere altri dati per comprendere la durata dell’efficacia delle dosi di richiamo. Ma torniamo allo studio Pfizer, che ha esaminato la durata del vicino contro i ricoveri in ospedale e al pronto soccorso negli Stati Uniti per le varianti Omicron e Delta. Inoltre, i risultati di questo studio suggeriscono anche che «il potenziamento eterologo con vaccini vettoriali adenovirali non migliora la risposta cellulare o l’ampiezza della protezione dopo il priming con mRNA».



PFIZER: “TRE DOSI NON BASTANO CONTRO OMICRON”

Dall’analisi su 11.123 ricoveri in ospedale o in dipartimenti di emergenza è emerso che due dosi di vaccino contro Omicron hanno un’efficacia del 41% contro ricoveri in ospedale e del 31% contro i ricoveri in pronto soccorso ad almeno 9 mesi dalla seconda dose. Con la terza dose l’efficacia sale all’85% a meno di 3 mesi, ma scende al 55% ad almeno 3 mesi, «anche se gli intervalli di confidenza erano ampi per quest’ultima stima». L’efficacia di tre dosi Pfizer contro la variante Omicron è del 77% a meno di 3 mesi, ma scende al 53% ad almeno tre mesi. Quindi, tre dosi Pfizer «hanno conferito un’elevata protezione contro il ricovero in ospedale e al pronto soccorso a causa di entrambe le varianti delta e omicron nei primi 3 mesi dopo la vaccinazione». Ma dopo tre mesi dalla terza dose, «il declino era evidente contro gli esiti della SARS-CoV-2 dovuti alla variante omicron, compreso il ricovero in ospedale».



Il declino dell’immunità contro il ricovero in pronto soccorso dopo tre dosi «è stato moderato per la variante delta ma è stato più pronunciato per la variante omicron». Questo risultato secondo i ricercatori è coerente con i primi rapporti dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito che suggeriscono come anche dopo tre dosi, l’efficacia del vaccino contro l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 dovuta alla variante Omicron diminuisce rapidamente. Da qui la conclusione dei ricercatori: «Potrebbero essere necessarie dosi aggiuntive di vaccini COVD-19 attuali, adattati o nuovi per mantenere alti livelli di protezione contro le successive ondate di SARS-CoV-2 causate dalla variante omicron o da varianti future».