La notizia giunge direttamente dagli Stati Uniti d’America: Pfizer ha rilasciato alcune dichiarazioni circa la diminuzione dell’efficacia del vaccino anti-Covid con il passare delle settimane. In particolare, l’azienda farmaceutica ha reso noto, come scrive l’agenzia Reuters, che gli enti regolatori degli Stati Uniti d’America dovrebbero approvare la terza dose di richiamo del vaccino Covid-19 a distanza di sei mesi dalla seconda, a causa dell’efficacia calante del siero nel tempo. Questo, perlomeno, è quanto risulta dai documenti che il colosso a stelle e strisce ha presentato alla Food and Drug Administration.



In particolare, Pfizer ha asserito che i dati dei suoi studi clinici hanno mostrato che l’efficacia del vaccino è diminuita del 6% circa ogni due mesi dopo la seconda dose. Inoltre, ha evidenziato il fatto che il verificarsi di nuove infezioni era più frequente tra le persone che hanno ricevuto la loro vaccinazione mesi prima. La casa farmaceutica ha anche sottolineato i dati di Israele e degli Stati Uniti, che altro non fanno che testimoniare un’efficacia decrescente del vaccino.



PFIZER: “PROTEZIONE VACCINO CALA, LA TERZA DOSE È INDISPENSABILE”. SI ATTENDE ORA IL VERDETTO DELLA FDA

Inoltre, Pfizer ha rivelato, come riporta ancora una volta l’agenzia di stampa Reuters, che uno studio clinico condotto su circa 300 partecipanti ha mostrato che la terza dose ha generato una migliore risposta immunitaria rispetto alla seconda dose. A supporto di questa informazione, ha anche indicato i dati del programma di richiamo recentemente iniziato in Israele, con l’intento di dimostrare che una terza dose ripristina alti livelli di protezione dal virus.

Insomma, parrebbe proprio che non ci possa essere strada alternativa alla terza dose di vaccino e, di conseguenza, cresce l’attesa per quella che potrebbe essere la risposta della Food and Drug Administration, che non ha ancora pubblicato il briefing con il suo punto di vista sulla questione, che diviene di estrema attualità e di profondo interesse anche alle nostre latitudini, dal momento che Pfizer è il preparato anti-Coronavirus inoculato maggiormente in Italia.