Pfizer sta pensando concretamente ad una terza dose per rinforzare la protezione del vaccino anti Covid. Dai dati di Fase III su 44mila soggetti tra 12 e 90 anni è emerso che gli anticorpi cominciano a indebolirsi dopo sei mesi, anche se la copertura resta molto robusta. A sottolinearlo è Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia, che a La Stampa ha rivelato che è stato attivato uno studio su una terza inoculazione con due motivazioni. «La prima è capire se una terza dose dello stesso vaccino rinforzi la risposta immunitaria. E la seconda è che in caso di varianti pericolose sarebbe facile aggiornare il vaccino grazie alla duttilità della piattaforma Rna». In questo modo, dunque, non solo si rinforzerebbe la protezione anti Covid, ma si sarebbe protetti anche dalle varianti.



A tal proposito, Valentina Marino spiega che il vaccino Pfizer è efficace contro la variante inglese e sudafricana, mentre non ci sono dati sufficienti per quelle brasiliana e indiana. L’obiettivo ora deve essere, dunque, quello di far regredire la pandemia in epidemia, perché così sarebbe più facile combatterla.



PFIZER, PRONTO VACCINO PER UNDER 16

Valentina Marino si dice fiduciosa riguardo le possibilità dell’Italia di fermare le infezioni Covid. «Il caso israeliano ne è una prova attuale. Presto verrà in aiuto anche la copertura dei giovani». A tal proposito, il direttore medico di Pfizer Italia a La Stampa fa il punto sul vaccino per gli under 16: «A breve presenteremo a Fda ed Ema i dati sulla vaccinazione dai 12 ai 15 anni, che dimostrano un’efficacia del 100 per cento grazie alla produzione di tanti anticorpi. Intanto ci sono studi su altre fasce di età da 6 mesi a 12 anni. Poi sulle donne in gravidanza e sui soggetti con malattie rare». Nel frattempo Pfizer lavora ad un vaccino con una formulazione conservabile a 5-7 gradi per un uso più semplice. Per quanto riguarda invece la produzione, l’auspicio è di scendere a 20 giorni per una dose. «Questo a Puurs in Belgio, dove produciamo per l’Europa e altri Paesi, mentre negli Stati Uniti ci sono altri quattro stabilimenti. E in Italia ora c’è un accordo di collaborazione per l’infialamento a Monza».



EVENTI AVVERSI? NON SOLO ASTRAZENECA

Tiene banco la questione dei rarissimi effetti collaterali, che non riguardano solo AstraZeneca, come confermato da Valentina Marino a La Stampa. «Gli eventi avversi riguardano ogni farmaco, ma sta alla nostra responsabilità e alla verifica delle autorità che i benefici siano di gran lunga superiori ai rischi. Anche per Pfizer ci sono stati rarissimi effetti collaterali e decessi di vaccinati, anche se non direttamente correlati». Quindi, il direttore medico di Pfizer Italia ne approfitta per ricordare che la vaccinazione è una scelta sociale prima che individuale, perché così si proteggono fragili e malati rari che per diversi motivi non possono farlo. Riguardo le opposizioni e gli attacchi dei no vax, spiega: «C’è ancora tanta paura immotivata mista a disinformazione. Inviterei tutti nel mio laboratorio per domandare: chi pensate abbia interesse ad avvelenarvi? Una multinazionale per farsi cattiva pubblicità? Un’autorità per compromettere chi dovrebbe proteggere? Si teme una cospirazione senza senso». L’unico rimedio sono i dati scientifici.