È mistero sul corpo ritrovato poche ore fa nel parco dell’Insugherata a Roma. Secondo quanto emerso, un giaccone avrebbe alimentato l’ipotesi che possa essere del produttore cinematografico Philip Rogosky, scomparso il 29 gennaio scorso da Castel Sant’Angeloma occorrerà attendere il risultato dell’esame del Dna per avere una conferma. In attesa dei risultati del test, trapelano alcuni dettagli singolari sulle condizioni del cadavere: in avanzato stato di decomposizione, cosa che fa pensare a una morte avvenuta almeno un mese prima del ritrovamento, e con accanto un sacchetto di plastica e una bombola di gas elio.



La scomparsa di Philip Rogosky potrebbe essere quindi finita in modo tragico e al momento, secondo quanto ricostruisce Il Corriere della Sera, chi indaga sul corpo rinvenuto nella Riserva naturale dell’Insugherata, in zona Cassia, starebbe seguendo la pista di un suicidio. Sulla scena, infatti, sarebbero assenti evidenze capaci di far ipotizzare a una morte violenta e al coinvolgimento di terzi, ma bisognerà aspettare l’esito degli accertamenti autoptici per dare un inquadramento più nitido ai contorni del decesso.



Philip Rogosky: il giallo della scomparsa, il ritrovamento del corpo e i punti oscuri

Il caso di scomparsa di Philip Rogosky è stato trattato anche dalla trasmissione Chi l’ha visto? che ill 25 marzo scorso, in un aggiornamento diffuso sui canali della trasmissione, ha riferito che “è suo il corpo rinvenuto nella Riserva naturale dell’Insugherata, in zona Cassia. Condoglianze ai familiari e alla moglie, che aveva lanciato per lui appelli agli spettatori e ringrazia tutti“. Le circostanze della sparizione del produttore cinematografico 56enne erano apparse da subito sospette. I familiari avevano rilanciato il loro appello in tv, ma le ultime notizie relative al ritrovamento del cadavere nel parco della Capitale avrebbero spazzato via ogni speranza.



Sono ancora tanti i punti oscuri da chiarire. A partire dal motivo per cui, se venisse confermata l’identità della vittima, Philip Rogosky si trovasse in quell’area. Scomparso il 29 gennaio scorso, non aveva dato più segnali alla famiglia e il telefono risultava spento. Occorrerà anche dare un corretto inquadramento ai reperti che sarebbero stati trovati accanto al corpo, anzitutto a un sacchetto e ad una bombola di gas elio la cui presenza sulla scena, finora, non è stata chiarita. Il giaccone verde sarebbe compatibile con quello indossato da Philip Rogosky quella mattina di fine gennaio, quando dopo essere uscito di casa a Ponte Sant’Angelo le sue tracce si erano perse misteriosamente.