Ancora altri messaggi di cordoglio per la scomparsa di Philippe Daverio. Particolarmente toccante il ricordo di Luca Zaia, presidente del Veneto: «Era un gigante della cultura che si esprimeva alla portata di tutti, l’esatto contrario di alcuni soloni che amano restare chiusi in un mondo elitario. È stato un amico del Veneto e dei Veneti. Non solo come giurato storico del premio Campiello ma anche per come ha dimostrato più volte nelle sue trasmissioni a cominciare dall’intramontabile Passepartout. Grazie alle incursioni di Daverio in terra veneta, il mondo ha sicuramente scoperto e apprezzato qualcosa di più della nostra regione, non solo di quel grande tesoro che è Venezia o delle importanti città d’arte ma anche di angoli conservati dalle nostre campagne come il Barco della Regina Cornaro, le Ville o più semplicemente il patrimonio di memorie lungo il Piave». Queste, invece, le parole di Milo Manara: «Sì, ho conosciuto Philippe Daverio. Era sempre un grande piacere ascoltarlo. Ci restano i suoi libri, ma quel piacere non l’avremo più. Ci mancherà». (Aggiornamento di MB)
PHILIPPE DAVERIO, SALVO SOTTILE: “UOMO COLTO E IRONICO”
Anche la Rai decide di ricordare Philippe Daverio nel giorno della sua morte attraverso Rai Cultura che rende omaggio al grande storico e critico d’arte, docente e saggista, riproponendo nella giornata di oggi e domani alcuni dei suoi programmi più amati. Su Rai5 sarà trasmesso Emporio daverio, trasmissione che rappresenta un viaggio nel mondo dell’arte, della cultura e della storia di 12 città d’Italia. Nella puntata di oggi trasmessa alle 20.25 Philippe Daverio si occuperà della città di Mantova, mentre domani di quella di Ferrara. A rendergli oggi omaggio anche Alessandro Gassmann che su Twitter ha postato una sua foto con la didascalia: “Philippe Daverio. Con lui si perdono cultura, eleganza e umorismo… rarità. Rip”. Anche Luca Bizzarri ha commentato: “Mi dispiace molto per la morte di Philippe Daverio, una delle persone più simpatiche, colte e un grande raccontatore di storie. Pasteggiò a Gin Tonic, così, per comprendere la grandezza”. Mentre Salvo Sottile ha cinguettato: “Un uomo colto, ironico, leggerlo e ascoltarlo era un autentico privilegio #philippedaverio R.I.P”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL RICORDO DI “STRISCIA” E DI BEPPE SALA
Continuano a piovere i messaggi di cordoglio per Philippe Daverio, lo storico dell’arte, ma anche gallerista, saggista, personaggio televisivo, conduttore, e da poco tempo anche inviato di Striscia la Notizia, scomparso quest’oggi. E proprio il tg satirico di Canale 5 ha voluto ricordarlo via Instagram, scrivendo: “Tutta Striscia si stringe attorno alla famiglia di Philippe Daverio. Storico dell’arte, gallerista, saggista e inviato di Striscia la notizia. Ci hai fatto scoprire le bellezze del nostro paese, te ne saremo sempre grati. Ciao Philippe”. Così invece il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha parlato di Davero come uno dei “grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni”. Per il primo cittadino meneghino, Philippe “è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera”. Quindi Sala ha concluso il suo messaggio dicendo: “Milano e l’Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell’arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore. Grazie, Philippe, and ‘save Italy’!”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PHILIPPE DAVERIO, MORTO STORICO D’ARTE, MORGAN: “CI SCAMBIAVAMO I PAPILLON”
È grande il cordoglio sul web per la scomparsa di Philippe Daverio, stimato storico d’arte morto all’età di 71 anni dopo la battaglia contro la malattia. Professore ordinario di Design al Politecnico di Milano, Daverio è finito nelle case delle italiani grazie al suo amore per l’arte e per la sua raffinatezza, come dimostrato dall’ondata d’amore riversata sul web in queste ore. Questo l’omaggio del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: «Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi». (Aggiornamento di MB)
MORTE PHILIPPE DAVERIO, IL RICORDO DI MORGAN
«Un pensiero commosso e una preghiera per Philippe Daverio. Un grande uomo di cultura, capace con il suo stile inconfondibile di raccontare agli italiani lo straordinario patrimonio artistico del nostro Paese. Buon viaggio, non ti dimenticheremo», scrive così su Twitter Matteo Salvini nel ricordare il grande storico dell’arte scomparso a Milano nelle scorse ore. L’arte, come la cultura e addirittura la politica piange l’ex assessore milanese sotto la giunta Formentini: dal Carroccio fino al Pd, che ricorda così Daverio «Divulgatore, uomo di grande intelligenza, cultura e anche simpatia a cui, come italiane e italiani, dobbiamo molto. Al suo ricordo rivolgiamo allora il nostro più alto saluto. Che la terra gli sia lieve». Il lutto fortissimo nella cultura italiana arriva a toccare anche un artista provocatorio e spesso contestato come Morgan che traccia uno dei ricordi più personali e commossi del divulgatore e storico dell’arte d’origine alsaziana: «Poco tempo dopo Giorello se ne va un altro pilastro della cultura italiana. Con lui condividevo la passione per i papillon che lui chiamava rigorosamente cravatta, perché aveva una precisione lessicale sbalorditiva. La cravatta non è quella cosa lunga che hanno tutti, la cravatta è una cosa da annodare che ha una forma di farfalla e oggi non sa più fare nessuno perché le vendono già annodate e le chiamano farfallino. Negli ultimi tempi ci scambiavamo le cravatte, così appagavamo la nostra vanità come bambini». Morgan spiega come Philippe Daverio aveva collezionato la cultura in maniera «anticonvenzionale proprio come la cravatta, e si era trovato ad essere uno scrigno di etimologie e di svelamenti».
IL RICORDO COMMOSSO DI VITTORIO SGARBI
Ha la voce spezzata dalla tristezza Vittorio Sgarbi, sentito dal Foglio subito dopo la morte dell’amico e fratello Philippe Daverio: «Lui è stato in grado di inserirsi in quel mondo con le sue caratteristiche naturali, un passo leggero e originale, che lo facevano interprete e lo avrebbero reso celebre prima tra le persone che si occupano d’arte e poi per il grande pubblico». Secondo il critico d’arte, la genuinità di Daverio era la sua migliore caratteristica: «Amava l’arte e voleva raccontarla di modo che tutti se ne potessero innamorare. Se negli anni 90 cercavi di leggere Achille Bonito Oliva o Germano Celant, esponenti della cosiddetta critica militante, non capivi niente. Se invece leggevi i suoi testi o i miei ci riuscivi con facilità, erano chiari, esplicativi. Eravamo gli esponenti di una storia dell’arte popolare e sempre in difesa dei valori stabili». Secondo Sgarbi, Philippe Daverio aveva un solo obiettivo: «che l’arte fosse comprensibile e in questo è stato uno dei migliori». Sempre Sgarbi ma all’Adnkronos aggiunge «Siamo stati come fratelli in un mondo di lupi, entrambi abbiamo fatto attività politica ma senza che questa diventasse politica dell’arte. Lui non faceva il politico ma era molto più politico di noi».
È MORTO PHILIPPE DAVERIO
Amava l’arte, la cultura e l’infondere di esse tramite l’educazione ai più giovani: è Philippe Daverio, morto nella notte a 71 anni di età ma dopo una lunga malattia tenuta nascosta al grande pubblico. Era ricoverato all’istituto dei Tumori di Milano il famoso e istrionico storico dell’arte, critico d’arte e curatore di diverse opere culturali e artistiche in Italia, nonché famoso volto tv: la morte di Daverio è stata annunciata sui social dalla regista e direttrice del Teatro Franco Parenti, Andree Ruth Shammah «Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte. Amico mio ….il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina». Un vuoto enorme lascia Daverio nel mondo della cultura, della tv e dell’arte italiana.
CHI ERA PHILIPPE DAVERIO
Sul suo sito personale, lo stesso Philippe Daverio veniva definito così dai suoi collaboratori «si è sempre definito uno storico dell’arte e così lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di “inviato speciale” della trasmissione Art’è, nel 2000 come autore e conduttore della trasmissione Art.tù, poi dal 2002 al 2012 autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura divenuto Il Capitale, e del programma del 2011 Emporio Daverio per RAI 5, una proposta di invito al viaggio attraverso l’Italia, un’introduzione al museo diffuso e uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità d’un vasto piano di salvaguardia». Docente e saggista, è stato impegnato anche tra le file del Centrosinistra nel partito Più Europa come assessore alla Cultura del Comune di Milano. A 23 anni Daverio ha convissuto con la compagna Elena Gregori che ha poi sposato all’età di 34 anni a Milano: la coppia ha collaborato molte volte insieme e con il figlio Sebastiano sono state numerose le collaborazioni sulla storia dell’arte e cultura italiana. Daverio è nato a Mulhouse, città francese nella regione dell’Alsazia con padre era italiano e madre francese: da bambino ricevette un’educazione di forte stampo ottocentesco, ma quella passione per la comunicazione del bello e della storia anche in tarda età lo ha portato all’impegno deciso per l’educazione delle giovani generazioni al mondo dell’arte.