In Francia il Governo sta preparando un piano contro l’infertilità. A parlarne, a Le Monde, è stato il ginecologo Samir Hamamah, coautore di una relazione sull’argomento. “Sono davvero felice di questo annuncio. È stato stanziato un fondo di 30 milioni di euro per lavorare sulla salute delle donne. È un inizio. L’infertilità emerge dal suo isolamento. Non è più vista come una malattia vergognosa. Ci rendiamo conto che riguarda tutti”. Anche i giovani. L’esperto infatti ha sottolineato l’importanza di informare.
“L’infertilità va gestita facendo prevenzione. È tempo di parlare di fertilità alle scuole medie, con gli adolescenti. Non si tratta né di farli sentire in colpa, né di moralizzarli, né di apparire pronatalisti. Si tratta di dare loro consigli pratici, andando oltre l’aspetto puramente medico”. Ciò comporta anche una analisi delle radici del fenomeno. “Se prendiamo lo spermiogramma di un nonno, di suo figlio e di suo nipote, ci accorgiamo che quest’ultimo ha dal 55% al 60% in meno di spermatozoi. Innanzitutto per le cosiddette cause ambientali. Fin dalla vita intrauterina siamo esposti a circa un centinaio di molecole chimiche, la maggior parte delle quali hanno un profilo di interferente endocrino senza che noi lo sappiamo. Poi le abitudini: obesità, consumo di caffè, tabacco, alcol, qualità del sonno e pratica sportiva possono incidere. Infine, le problematiche di salute”. Ma non va dimenticata l’età, un aspetto cruciale: “Alcune coppie rimandano l’avere un figlio a data da destinarsi partendo dal presupposto che, se ci fosse un problema, passeranno attraverso la PMA. Ma sono troppe le speranze che si trasformano in delusioni. La PMA non è una bacchetta magica”.
Piano contro infertilità in Francia: il parere degli esperti
Anche il professor René Frydman, pioniere del primo bambino in provetta, approva il piano contro l’infertilità promosso in Francia. “È una buona idea. La prevenzione è essenziale: dobbiamo informare i giovani sulle sostanze tossiche che possono compromettere la fertilità e favorire l’endometriosi, ma anche ricordare loro che l’età è il principale fattore”. L’esperto sottolinea che non si può rimandare a oltranza se si vuole diventare genitori. “L’orologio biologico è una grande differenza tra i sessi, che per molto tempo ci siamo rifiutati di prendere in considerazione. Si tratta di gestire pazienti che vogliono evitare di avere figli e altri che li vogliono a tutti i costi. Alla medicina viene chiesto di rispondere a questa evoluzione sociale. Ciò che è cambiato oggi è la proliferazione delle tecnologie riproduttive”.
La scienza tuttavia non sempre può soddisfare le aspettative dei pazienti. “C’è la convinzione che ‘tutto è possibile’ che impone un peso, quello della riproduzione a tutti i costi. Persone che non hanno alcuna possibilità persistono, ricorrendo a tecniche pesanti ed estenuanti i cui meriti possono essere contestati. A volte non c’è più speranza e chi lo scopre tira un sospiro di sollievo. Siamo di fronte ai limiti umani. Il desiderio di avere figli è una cosa meravigliosa che ho difeso per tutta la vita ma questo desiderio non dà diritto al bambino”, ha concluso.