Il piano di riarmo europeo esclude i fornitori statunitensi dalle previsioni di acquisto di circa 800 miliardi di euro per armi, mezzi e munizioni utili al rafforzamento del complesso militare. Il quotidiano Politico ha pubblicato alcuni dettagli del progetto di spesa, presentato mercoledì 19 marzo, nel quale sono stati inseriti i paesi alleati da cui rifornirsi. Tra questi non compaiono Stati Uniti e Gran Bretagna per il momento, ma ci sono altri partner commerciali come Corea del Sud, Giappone che collaboreranno con l’Associazione Europea di Libero Scambio per rafforzare i legami.
Come sottolineato dalla vicepresidente della Commissione Kaja Kallas, la decisione di non coinvolgere gli Stati Uniti è stata dettata soprattutto cambio di rotta di Trump sul supporto militare all’Ucraina, che di fatto ha limitato ed indebolito Kiev nelle operazioni di difesa perchè non può più contare sugli aiuti esterni da cui dipendeva. Per questo, l’Europa deve prendere esempio e diventare più autonoma possibile, senza fare più troppo affidamento sull’alleato principale, vista la decisione di diminuire l’impegno per la sicurezza.
Piano di riarmo Ue, priorità ai fornitori dei paesi membri per rafforzare le industrie e lo sviluppo tecnologico
L’Europa ha deciso di escludere gli Usa dal piano di riarmo, non coinvolgendo i fornitori americani di armi nel progetto di spesa. Una scelta controcorrente, visto che precedentemente dagli Stati Uniti arrivavano circa due terzi di tutti gli ordini, ma che è stata spiegata dai funzionari come una strategia per rafforzare principalmente le industrie e le tecnologie europee, privilegiando prima le aziende degli Stati membri e poi quelle dei partner alleati.
L’obiettivo principale sarà quello di difendere i territori da una possibile minaccia russa, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi geopolitici mondiali e lo spostamento dell’attenzione degli Stati Uniti non più concentrata a garantire la sicurezza in Europa. Una questione che è stata fondamentale per il perfezionamento della proposta di difesa a lungo termine dell’Ue che come ha dichiarato la vicepresidente Kallas: “Deve agire rapidamente, non per andare in guerra ma per assicurare la pace“.