GLI INTERVENTI DI MELONI, VON DER LEYEN E TAJANI IN SENATO SUL PIANO MATTEI

«L’Africa avrà un posto d’onore nell’agenda del G7 italiano»: lo ha detto la Premier Giorgia Meloni nel suo discorso all’assemblea plenaria per la conferenza Italia-Africa, occasione d’oro per la presentazione del Piano Mattei. «Facciamo una scelta di politica estera precisa, che porterà a riservare all’Africa un posto d’onore nell’agenda della nostra presidenza del G7. Ci prendiamo l’impegno a dimostrare che siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso», ha poi spiegato la leader FdI a Palazzo Madama.



Il Piano Mattei, sottolinea Meloni, può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: di questi, 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 invece dal fondo per la Cooperazione allo Sviluppo. Nel corso del suo intervento la Presidente del Consiglio ha introdotto anche i primi progetti con i Paesi pilota nella vasta cooperazione Italia-Africa: è stato menzionato un grande centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, vari progetti sull’istruzione in Tunisia, altri per l’accessibilità alla sanità in Costa d’Avorio. «La condivisione è uno dei principi cardine del Piano Mattei i lavori di questo vertice saranno determinanti per arricchire il percorso», ha concluso Meloni indicando progetti pronti anche per Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya; «Mattei amava dire che l’ingegno è vedere possibilità dove altri non ne vedono: dove altri vedevano difficoltà Mattei vedeva un’opportunità e ci ha insegnato che era possibile coniugare l’esigenza italiana di rendere sostenibile la sua crescita con quella delle nazioni partner di conoscere una stagione di libertà di sviluppo e di progresso».



Dall’Unione Africana il plauso per l’iniziativa italiana con lo spirito di collaborare sempre più fattivamente anche con l’Europa: «è cruciale lavorare in sinergia», ribadiscono i vertice dell’Unione oggi rappresentata appieno. Per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Piano Mattei e la collaborazione con l’Africa sarà un elemento fondamentale per creare più lavoro in Africa, «per esempio con joint-ventures che permettano collaborazioni reciprocamente vantaggiose tra imprese italiane e quelle africane», ma decisivo sarà anche il pugno duro contro i trafficanti di persone, «sono i nostri comuni nemici e insieme li sconfiggeremo». Per la Presidente della Commissione Ue Von der Leyen, l’intento anche europeo è ti fermare la tragica perdita di vite lungo le rotte migratorie: «Dobbiamo reprimere i trafficanti che commerciano sulla vita degli esseri umani. I trafficanti mettono in pericolo centinaia di migliaia di vite. Ammassano i giovani nel retro dei camion attraverso il deserto. Abusano di giovani donne lungo il percorso. E li caricarono tutti su barche traballanti che semplicemente non sono fatte per l’alto mare. Vogliamo tutti fermare la loro insensibile attività».



CONFERENZA ITALIA-AFRICA A ROMA SUL PIANO MATTEI: INFO DIRETTA VIDEO

Si è aperto ufficialmente ieri sera con la cena al Quirinale il vertice Italia-Africa voluto e organizzato dal Governo Meloni per presentare a livello internazionale il Piano Mattei, il piano strategico per la costruzione di un partenariato proficuo tra Italia e Paesi africani su diversi fronti, dall’energetico al sociale fino al geopolitico e commerciale. Lo scorso 12 gennaio, approvando alla Camera la governance e le prime regole di base, il Piano Mattei è divenuto ufficialmente legge tra le proteste delle opposizioni per un piano di sviluppo con l’Africa di cui ancora vanno ben chiarite prospettive e obiettivi futuri.

È proprio questa conferenza dal titolo “Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune” in programma oggi nelle aule del Senato che proverà a dare contenuti concreti al Piano Mattei sul quale tanto il Governo italiano quanto la stessa Unione Europea puntano decisamente per invertire la rotta delle tante problematiche legate ai rapporti con l’Unione Africana, non solo sul fronte migratorio. Il Vertice è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza del G7, «a testimonianza dell’importanza che l’Italia dà al partenariato con le Nazioni del Continente africano», spiegano da Palazzo Chigi. Presenti oltre 25 Capi di Stato, con Governi e Ministri di molte nazioni dell’Africa, oltre ai vertici Ue, l’Onu, le Istituzioni Finanziarie Internazionali e le Banche Multilaterali di Sviluppo. I vari interventi e le 5 sessioni di discussione che si apriranno stamani e dureranno fino alle ore 20 circa di questa sera, sarà possibile seguire in diretta video streaming sul canale YouTube di Palazzo Chigi.

IL PROGRAMMA DELLA CONFERENZA ITALIA-AFRICA

Dopo la cena di rito ieri sera al Quirinale, con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si aprono ufficialmente stamane con i saluti della Premier Meloni e del Presidente del Senato Ignazio La Russa i lavori della conferenza Italia-Africa sul Piano Mattei. Nel programma previsti, tra gli altri, gli interventi in mattinata dopo le ore 10.45 di: Tajani (Ministro Esteri), Azali Assoumani e Moussa Faki (Unione Africana), Roberta Metsola (Presidente Parlamento Ue), Charles Michel (Presidente Consiglio Ue), Ursula Von der Leyen (Presidente Commissione Ue), Amina Mohammed (deputato della Segreteria Generale dell’ONU).

La conferenza sul Piano Mattei in Senato si struttura poi in 5 sessioni ufficiali suddivise nelle varie aree tematiche di interesse, eccole:

ore 11.30 Sessione I: cooperazione economica e infrastrutture. Interventi dei Ministri Salvini, Giorgetti e Urso
ore 13 sessione II: sicurezza alimentare. Con Tajani e Lollobrigida
ore 15.30 Sessione III: sicurezza energia e transizione. Con Pichetto Fratin
ore 17 Sessione IV: formazione professionale, educazione e cultura. Con Valditara, Bernini e Sangiuliano
ore 18.30 Sessione V: migranti e sicurezza. Con Piantedosi e Crosetto
– ore 20 i saluti finali della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

MELONI: “AL VIA PRIMI PROGETTI DEL PIANO MATTEI NEI PAESI PILOTA”

Già dalla cena al Quirinale alcuni punti nodali su quanto verrà presentato oggi nelle 5 sessioni di dibattito sul Piano Mattei e le differenti azioni da importare nei rapporti tra Italia e Africa, alcuni “endorsement” dall’Europa sull’operato del Governo Meloni sono giunti chiari e netti. La Commissione, ha spiegato un portavoce, «accoglie con favore il Piano Mattei», ritenendo che «si adatti bene alla visione congiunta per il 2030 sulla quale i leader dell’Ue e dell’Unione africana si sono impegnati e al piano di investimenti Global Gateway in Africa», circa metà dello stanziamento complessivo da 300 miliardi di euro. «Abbiamo stabilito delle materie prioritarie e dei paesi pilota nei quali avviare i primi progetti», ha poi detto Meloni.

Il Governo osserva da vicino i Paesi più grandi e popolosi dell’Africa, inevitabilmente anche i più influenti: già nel vertice di oggi potranno emergere i primi nomi, si parla di Algeria, Egitto (con cui anche l’Ue sta cercando di dare vita a un memorandum) e Marocco. «Quello che abbiamo fatto in Tunisia va replicato con altre nazioni e ci stiamo lavorando», ha aggiunto Meloni, pronta a rivedere c’è il presidente Kais Saied in bilaterale. L’obiettivo, ribadito dalla Presidente del Consiglio, è quello oggi di «presentare ai Paesi africani la nostra visione di sviluppi dell’Africa. Serve un approccio da pari a pari per crescere insieme». Secondo Meloni, alla base del Piano Mattei, come ha detto ieri sera al Tg1, «c’è un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico, ma neanche caritatevole». L’intento è poi dialogare con l’intera Unione Africana con i vantaggi che per l’Italia potranno essere innumerevoli: «tutto quello che accade in Africa in qualche modo ci coinvolge, dalla migrazione alla sicurezza, passando per le catene di approvvigionamento. Per noi è fondamentale uno sviluppo adeguato del continente africano», ha concluso la leader FdI non prima di accennare il tema caldo del Mar Rosso con la crisi legata alla guerra in Medio Oriente. Secondo Giorgia Meloni, ad oggi rischiano di esserci conseguenze per l’economia «se noi non difendiamo la libertà di navigazione». Dal Canale di Suez passa il 15% del commercio mondiale, «nella migliore delle ipotesi bloccare quei mercantili vuol dire aumentare il costo dei prodotti che arrivano sul nostro mercato, non possiamo permetterlo. Quello che stiamo facendo è promuovere insieme all’Ue una missione difensiva per garantire la libertà di navigazione».