PRONTA LA BOZZA DEL NUOVO PIANO PANDEMICO: MANCA LA FIRMA DELLA CONFERENZA STATO-REGIONI
Mascherine, chiusure, lockdown e Dpcm: con qualche ritardo dovuto alle necessarie politiche di bilancio a fine 2023, sta per essere completata la nuova bozza del Piano pandemico 2024-2028, elemento fondamentale per fornire all’Italia regole e pianificazione in caso di nuove future emergenze pandemiche. A fine novembre il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, aveva annunciato lì a breve l’approvazione del nuovo Piano pandemico di cui, ricordiamo, l’Italia è rimasta (in parte) sprovvista in senso stretto nel momento chiave della pandemia da Coronavirus nel 2020.
Al netto dei processi sull’emergenza Covid che devono ancora valutare l’allora Governo Conte-Speranza sui presunti errori nel mancato aggiornamento del Piano pandemico, i tecnici del nuovo Governo Meloni hanno messo a punto assieme alle Regioni la struttura di base per approvare il Piano già nel gennaio 2024. In esclusiva è stato il “Quotidiano Sanità” a pubblicare stamane la bozza integrale da ben 220 pagine con cui il Piano pandemico dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane alla Conferenza Stato-Regioni per le eventuali modifiche e la firma finale.
ECCO I 5 OBIETTIVI DEL PIANO PANDEMICO: IL TESTO DELLA BOZZA
Il Piano pandemico 2024-2028, informa il Quotidiano Sanità citando fonti del Ministero della Salute, è stato realizzato tenendo in considerazione le indicazioni pubblicate dall’OMS nel 2023 con il documento “Preparedness and Resilience for Emerging Threats Module 1: Planning for respiratory pathogen pandemics Version 1.0”, ma presenta alcune innovazioni rispetto anche al precedente “Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale” (PanFlu) 2021-2023. Viene infatti esteso il perimetro ai patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico, aumenta la durata del piano (fino a 5 anni) e definisce di base un «approccio metodologico che può essere applicato a pandemie con diverse caratteristiche epidemiologiche in termini di trasmissibilità, patogenicità e impatto sulla salute dei cittadini e sui servizi sanitari».
La bozza del Piano pandemico sarà sopporta alla Conferenza Stato-Regioni dove i Ministri Schillaci (Salute) e Calderoli (Affari Regionali) dovranno dialogare con i Presidenti di Regione (guidati dal Governatore Fedriga) in merito ad eventuali modifiche e approvazioni. Sono in tutto 5 gli obiettivi centrali fissati dal Piano pandemico presentato in bozza dal Quotidiano Sanità, eccoli:
1- ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità.
2- consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze, ovvero negli ambiti della sorveglianza integrata, della protezione della comunità, dei servizi sanitari, dell’accesso alle contromisure e del personale sanitario
3-ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali.
4- tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza
5-informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori. Qui il testo integrale della bozza di Piano pandemico diffusa dal Quotidiano Sanità
COSA C’È NEL PIANO PANDEMICO 2024-2028 – “RITORNO LOCKDOWN E DPCM SOLO SE NECESSARIO” – E DOVE MARCA DISCONTINUITÀ COL PASSATO
Nel testo finora preparato dal Ministero della Salute e dai tecnici che hanno collaborato con il Governo in questi mesi, il Piano pandemico presenta numerose misure e regole che già hanno accompagnato la fase pandemica Covid-19 nel nostro Paese. Dal lockdown alle scuole chiuse fino al sistema dei Dpcm per prendere decisioni rapidamente e a livello nazionale, fino alle forniture sanitarie come mascherine e tamponi. Tutte le misure presenti nella bozza del Piano – viene chiarito – non saranno messe in atto qualora questo testo sarà approvato così com’è ora nella bozza, bensì solo «in caso di necessità».
Il Piano rappresenta una strategia che l’Italia seguirà qualora dovesse verificarsi una pandemia simile o peggiore del Covid: resta dunque capire come e in che modo dovesse un futuro Governo comportarsi, scegliendo non per forza tutte le misure contenute nel Piano pandemico sul quale – tra l’altro – occorre verificare solo una volta che sarà approvato il tema importante delle risorse per finanziarlo, così come le spese per la prevenzione che, dicono fonti del Ministero al QS, «saranno valutate più avanti». Nel testo si parla di «mascherine e filtranti», ma anche di «isolamento dei casi, limitazione agli assembramenti e spostamenti della popolazione», così come viene prevista la forma del lockdown con la «permanenza in casa» e la «quarantena degli individui esposti», oltre al distanziamento fisico, chiusura delle attività non essenziali e delle scuole. Nella bozza del Piano pandemico si parla anche di vaccini come «le misure preventive più efficaci, che hanno un forte valore solidaristico». Le misure non scatteranno in maniera automatica ma saranno ogni volta decise e votate da Governo e Parlamento.
Segnando una discontinuità col passato – in linea con quanto il Governo Meloni ha ribadito fin dalla sua elezione con la tesi del «basta lockdown, chiusure e Green Pass» – nella bozza si trova scritto che «l’attuazione efficace delle misure richiede un’ampia sensibilizzazione e accettazione da parte della popolazione», perciò «l’isolamento di intere comunità, ad esempio su base locale, o l’interruzione di alcune attività sociali, come la scuola in presenza, può costituire un mezzo per limitare i contagi e di conseguenza i casi, ma anche l’esperienza del COVID-19 ha mostrato come sia difficilmente sostenibile per lunghi periodi senza conseguenze sia sul benessere della popolazione che sulla sostenibilità economica». Viene poi sottolineato in un altro passaggio che alcune delle misure non prettamente sanitarie, per quanto «applicabili sia nelle fasi di contenimento che di controllo», possono «incidere sulle libertà personali (ad esempio, quarantena/isolamento) e devono essere sostenuti sia da un processo decisionale trasparente basato sulle conoscenze e sulle evidenze disponibili sia da solidi quadri giuridici ed etici identificati già in fase di prevenzione, preparazione e valutazione del rischio e in fase di allerta». La severità delle misure dipenderà dalla situazione epidemiologica, viene chiarito nel Piano: «la chiusura dei luoghi di lavoro e le restrizioni ai viaggi scatteranno solo in circostanze straordinarie, mentre l’obbligo di mascherine e la chiusura di scuole o università in caso di allerta alta».