Luigi Di Maio prende posizione sulla spinosa vicenda del piano pandemico dopo le inchieste di Report sul dossier dell’Oms pubblicato e poi ritirato. Il ministro degli Esteri è intervenuto in merito al veto posto dall’Organizzazione mondiale della sanità al ricercatore Francesco Zambon, autore del dossier che è stato convocato dalla Procura di Bergamo come persona informata sui fatti. In data 11 dicembre 2020, per volontà di Di Maio, la Rappresentanza italiana delle Nazioni Unite ha mandato una lettera all’Oms chiedendo di fare in modo che i ricercatori possano non avvalersi dell’immunità al fine di contribuire al pieno svolgimento delle indagini in corso. Lo ha rivelato Massimo Giletti durante la puntata di Non è l’Arena su La7, leggendo la lettera di cui è venuto in possesso. «Alla luce dell’ottima collaborazione tra Italia e Organizzazione Mondiale della Sanità, ulteriormente rafforzata durante il periodo della pandemia Covid-19, vi chiedo di considerare, nello spirito della Sezione 22 della predetta Convenzione, la possibilità di permettere a funzionari ed esperti di acconsentire alla richiesta del Procuratore di essere sentiti come persona informate sui fatti», si legge nella missiva.



DI MAIO CHIEDE ALL’OMS DI LASCIAR PARLARE SUOI FUNZIONARI

Il ministro degli Esteri non ha competenze in merito all’immunità funzionale che è stata invocata dall’Oms, anche se i funzionari delle organizzazioni internazionali sono di cittadinanza italiana. Quindi, è solo l’Oms che può decidere di rinunciare all’immunità dei suoi funzionari ed esperti. In base a quanto specificato da Luigi Di Maio nella lettera, l’Oms si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite del 1947 «sui privilegi e le immunità delle agenzie specializzate per negare la richiesta». Da qui la richiesta del ministro di rinunciare a questa prerogativa. In studio c’era anche l’avvocato Consuelo Locati, legale del Comitato dei parenti delle vittime “Noi Denunceremo”, che la settimana scorsa aveva chiesto al ministero degli Esteri di intervenire proprio in merito all’immunità diplomatica. Intanto l’avvocato Vittore d’Acquarone, legale del ricercato Francesco Zambon, ha spiegato che il dossier fatto sparire in poco meno di 24 ore era stato «visionato da tutta la catena di comando dell’Oms».

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