Il piano pandemico dell’Italia e la sparizione del dossier dell’Oms in cui era contenuta l’informazione del suo mancato aggiornamento dal 2006 continuano a tenere banco a livello mediatico nel nostro Paese. In particolare, è stata la trasmissione “Report”, nella sua nuova puntata incentrata su tale argomento, che ha riacceso i riflettori su alcune chat tra Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, pubblicate nella rogatoria internazionale della Procura di Bergamo, chiamata a fare chiarezza sull’accaduto.



In un messaggio a firma di Guerra, datato 14 maggio 2020, si legge: “Hanno messo in dubbio un percorso di costruzione di fiducia e confidenza che sono riuscito con la fatica che sai a proporre e consolidare…”. E ancora: Stanno mettendo a rischio una discussione molto seria che è stata impostata anche in prospettiva G20 e di una relazione speciale tra Tedros e l’Italia. Se fossi il ministro, ci manderei tutti all’inferno”. Troppo alto, forse, il rischio di vedere l’immagine del nostro Paese rovinata da parte di un dossier contenente verità provate proprio nell’anno di presidenza del G20?



PIANO PANDEMICO E DOSSIER OMS SPARITO: LE POSIZIONI

In merito alla questione piano pandemico e dossier Oms sparito, la trasmissione Report di Rai Tre ha ricevuto dal legale di Ranieri Guerra, Roberto De Vita, la diffida “dal pubblicare le chat” sull’ormai famigerato dossier di Venezia, dicendosi peraltro “amareggiato per l’accaduto” e sostenendo che le frasi “sono state estrapolate dal loro contesto”. Brusaferro (ISS), invece, al momento non figura tra gli indagati, ma non ha concesso alcuna intervista televisiva, rispondendo per iscritto ai giornalisti e dicendo loro che “non è compito di Iss né del suo presidente intervenire sulla pubblicazione di documenti di organizzazioni internazionali”. Infine, il ministro della Salute, Roberto Speranza, era informato sulla vicenda? Di fronte ai pm il membro dell’esecutivo Draghi ha asserito che “il report è un documento del tutto indifferente per lo stato italiano”, mentre soltanto a dicembre aveva inviato un comunicato a Report nel quale asseriva che “il report non è un documento ufficiale dell’Oms e non è mai stato trasmesso al ministero della Salute, che quindi non lo ha mai né valutato, né commentato. Ogni informazione in merito deriva da fonti non istituzionali”.

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