L’inchiesta della procura di Bergamo sul piano pandemico entra ufficialmente nel vivo e su disposizione dei magistrati, questa mattina gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito acquisizioni e sequestri, soprattutto di materiale informatico,  al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore della Sanità, in Regione Lombardia e nelle Ats di Milano e Bergamo. Uno dei passaggi chiave dell’ordine di esibizione di atti e documenti, a firma dei pubblici ministeri di Bergamo e che ha portato oggi all’intervento delle fiamme gialle, ha a che fare con una verifica ben precisa relativa al piano pandemico.



Secondo i pm, infatti, spiega l’agenzia di stampa Ansa, sarà necessario sottoporre a verifica non solo se il piano pandemico nazionale sia stato “aggiornato” ma anche se sia stato “attivato e applicato” a partire dal 5 gennaio 2020. Questa è una data importante in quanto è proprio il giorno in cui l’Oms ha lanciato a livello mondiale l’allarme relativa all’esistenza di una forma di polmonite sconosciuta. Il reato per il quale sono in corso le indagini dei magistrati è quello di epidemia colposa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



REPORT: “SEGNALI DI NERVOSISMO…”

La Guardia di Finanza delegata dalla procura di Bergamo è entrata al Ministero della Salute alle 9.30 di questa mattina per acquisire i documenti relativi al piano pandemico dal 2006 in poi e gli atti della task force istituita il 22 gennaio per fronteggiare l’epidemia. I magistrati, che procedono per epidemia colposa e falso, hanno esteso i loro accertamenti alla presunta mancata applicazione del piano pandemico. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, i finanziari si sono recati anche nell’ufficio dell’ex direttore della Prevenzione del ministero Claudio D’Amario a Pescara. Lui e il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco, insieme ad altri dirigenti, sono stati convocati per i prossimi giorni come persone informate sui fatti. Nessuno di loro al momento risulta indagato. Sulla vicenda è intervenuto anche Report, che ha portato a galla la questione del piano pandemico.



«In concomitanza con le convocazioni in Procura di numerosi dirigenti del Ministero e dello stesso ministro Speranza, avvenute negli scorsi giorni, segnali di nervosismo circolavano a Lungotevere Ripa: alcuni osservatori hanno letto l’indicazione ministeriale del 2009 come prima data di aggiornamento del piano pandemico, trapelata con una bozza confidenziale, come un modo di scaricare le responsabilità su Ranieri Guerra, ex DG Prevenzione e oggi numero due dell’OMS», scrive il programma di Rai 3. Ma Ranieri Guerra all’AGI aveva detto «il governo già nei primi mesi del 2020 aveva a disposizione un Piano anti-Covid, smentendo il CTS che aveva parlato di semplici scenari». Ma fonti interne, citate sempre da Report, «raccontano di una frenetica attività durante le feste natalizie per redigere un nuovo piano pandemico». (agg. di Silvana Palazzo)

PIANO PANDEMICO, GDF AL MINISTERO SALUTE E ISS

La Guardia di Finanza al Ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità per l’inchiesta di Bergamo sulla mancata attivazione della zona rossa quando è esplosa la pandemia Covid. Stando a quanto riportato da Repubblica, sono in corso acquisizioni in alcuni uffici sopraccitati. Le acquisizioni degli atti e dei documenti riguardano il piano pandemico, attorno a cui si è aperto in questi mesi un vero e oppio caso internazionale che vede coinvolta anche l’Organizzazione mondiale di sanità (Oms). In base a quanto emerso dall’ordine di esibizione che è stato firmato dai pm bergamaschi, i militari della Guardia di Finanza si stanno facendo consegnare la documentazione cartacea ed elettronica che riguarda il piano pandemico del 2017.

Si ritiene infatti sia un copia-incolla di quello del 2006, che quindi non sarebbe stato mai aggiornato. Le fiamme gialle si sono presente anche nelle sedi della Ats di Bergamo e della Asst di Bergamo est e in Regione Lombardia. In questo caso le indagini riguardano pure il piano pandemico regionale.

PIANO INFLUENZALE 2002 AVEVA PREVISTO PANDEMIA

Eppure nel piano pandemico del 2002, precedente a quello del 2006, si parlava di una possibile pandemia nell’arco di 11 anni e si enfatizzava l’importanza della rete dei medici di famiglia, che poi è stata smantellata successivamente. Il documento è agli atti dell’inchiesta della procura di Bergamo che sta indagando sulle possibili responsabilità di governi e Regioni nel non avere evitato che la pandemia assumesse i contorni che purtroppo ha avuto. Nel documento, di cui Agi ha preso visione, ci si chiede quando ci sarà un nuovo contagio mondiale. La risposta è chiara: «Gli intervalli di tempo intercorsi tra le precedenti pandemie hanno oscillato tra gli 11 e i 42 anni, senza un andamento definito. L’ultima pandemia è avvenuta nel 1968/1969». Chiaramente era impossibile fare previsioni precise, ma sulle ripercussioni le idee erano già chiare: «In caso di pandemia influenzale non ci sarà il tempo necessario per prendere le necessarie misure preventive e in particolare per l’allestimento di un vaccino monovalente. Tipicamente i nuovi virus influenzali sono comparsi in Estremo Oriente e di lì si sono diffusi nel resto del mondo».