Prima ancora che la pandemia Covid sconvolgesse le nostre vite, il piano pandemico era già un caso. Se ora lo è perché forse avrebbe permesso di salvare delle vite, prima lo era perché la questione era stata sollevata a più di un ministro della Salute. È quanto emerge da una mail che l’Agi ha visionato. A firmarla Claudio D’Amario, all’epoca direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute. È finita agli atti dell’indagine della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia nella provincia più colpita. Si tratta di un “appunto” del primo agosto 2018 che D’Amario inviò all’allora ministro della Salute Giulia Grillo, in cui dava conto della «necessità di predisporre un nuovo piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale».



Nel documento è precisato che «la pianificazione e la preparazione sono essenziali per il Paese per attenuare il rischio e l’impatto di una pandemia e per gestirne la risposta». Inoltre, si sottolinea che, anche alla luce dell’epidemia dell’influenza suina del 2009, serve «un approccio basato sulla gestione del rischio di emergenza per la salute, un approccio che enfatizza la prevenzione e la mitigazione dei rischi per la salute prima che si trasformino in emergenze sanitarie».



“PIANO PANDEMICO NECESSARIO”, LORENZIN E GRILLO INFORMATE

In quella mail Claudio D’Amario spiega che in Italia sono stati redatti due piani: uno nel 2002 e il suo aggiornamento nel 2005. Inoltre, informa il ministro Giulia Grillo che nel 2007 è entrato in vigore il “Regolamento sanitario internazionale” con gli strumenti per affrontare ogni evento che rappresenta un rischio per la salute pubblica. Nel 2018, invece, l’Oms ha pubblicato un «un documento con le indicazioni ai Paesi per la redazione o l’aggiornamento di un piano nazionale di preparazione in caso di pandemia». Quindi, Claudio D’Amario chiariva che era stata mandata al ministro pro tempore Beatrice Lorenzin una nota sulla necessità di predisporre un nuovo piano nazionale e di un gruppo di lavoro che realizzasse il documento.



Infatti, nell’aprile 2019 un documento dimostra che è stato formato un team. Ma solo a settembre di quest’anno, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Bergamo, sarebbe stato redato un piano adeguato in risposta alla pandemia. Il tema del piano pandemico è ora al centro dell’indagine che ha fatto emergenza una corrispondenza in cui Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, invita il ricercatore Francesco Zambon a posticipare la data del piano pandemico dal 2006 al 2016 per farlo sembrare aggiornato.