Francesco Zambon, il ricercatore dell’Oms che ha realizzato il dossier sulla gestione italiana dell’emergenza Covid nella prima ondata, ha rinunciato all’immunità diplomatica e si è presentato alla Procura di Bergamo per essere ascoltato come persona informata sui fatti. Lo ha rivelato Report, spiegando che il funzionario è stato ascoltato per cinque ore. Non ha quindi sollevato l’immunità diplomatica, come aveva scelto di fare preventivamente l’Oms, impedendogli di andare in Procura per tre volte. Le indiscrezioni su quanto avrebbe detto Zambon non mancano. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il ricercatore avrebbe risposto punto su punto, entrando anche nel dettaglio di quanto successo a maggio dopo la pubblicazione del dossier da cui emerge che l’Italia non ha un piano pandemico aggiornato. Zambon è stato chiaro: ha ricevuto pressioni dal direttore vicario Ranieri Guerra per correre la frase sul piano pandemico per far passare il documento come un aggiornamento e non come un copia-incolla. Il ricercatore ha parlato anche di «minacce».



ZAMBON (OMS) “MINACCIATO DA RANIERI GUERRA”

Le «minacce» a cui ha fatto riferimento Francesco Zambon dalla Procura di Bergamo riguardano la sua posizione all’interno dell’Organizzazione mondiale della sanità e sarebbero arrivate proprio da Ranieri Guerra. Non è chiaro però quali parole abbia usato per descrivere la situazione, ma secondo il Corriere della Sera il riferimento al dirigente italiano è stato chiaro. Quel dossier comunque preoccupava l’Oms, più di quanto emerso. Martedì la direzione generale ha spiegato che Oms Europa ha deciso di ritirare il report, cioè la sezione con sede a Copenaghen. Invece Ranieri Guerra aveva spiegato di non essersi mai opposto alla pubblicazione, ma di aver chiesto solo la correzione di alcuni passaggi. Il ricercatore però in Procura ha tirato in ballo la mail di Ranieri Guerra con il riferimento al contributo di 10 milioni di euro dell’Italia come condizione da valutare prima di pubblicare uno studio critico nei confronti del governo. La cifra è stata confermata dal direttore vicario, il quale però avrebbe negato le presunte pressioni. Ora i pm devono valutare eventuali discrasie tra la deposizione di Ranieri Guerra e quella di Francesco Zambon per capire se quel dossier contenesse verità scomode.

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