zambonUn accordo per insabbiare tutto e proteggere il governo italiano. Questa l’accusa di Francesco Zambon, ex ricercatore dell’Oms autore del report da cui è scoppiato lo scandalo del mancato aggiornamento del piano pandemico in Italia. Nel suo mirino non c’à solo Ranieri Guerra, ma la stessa Organizzazione mondiale della sanità: “Non dovrebbe porsi il problema di non danneggiare un governo o non far arrabbiare un ministro con un proprio report indipendente”, spiega nell’intervista rilasciata a La Stampa. Il report che portava la sua firma poteva essere utile agli altri Paesi per affrontare meglio la pandemia Covid, quindi ritirarlo è stato grave, perché così “è venuta meno alla sua missione”. Dunque, Francesco Zambon ha deciso di rassegnare le dimissioni, rinunciando a un contratto a tempo indeterminato. “Negli ultimi mesi non potevo più lavorare, nessuno rispondeva alle mie richieste, come se ci fosse stata una reazione allergica nei miei confronti”.



Il ricercatore racconta che è stata avviata ora una revisione amministrativa all’interno dell’Oms, un procedimento legale in cui parte sconfitto perché giudice e accusato coincidono. “La prospettiva è di finire, forse, tra qualche anno al Tribunale nazionale del lavoro di Ginevra”.

PIANO PANDEMICO, “ACCORDO PER INSABBIARE TUTTO”

Francesco Zambon non ha ricevuto alcuna spiegazione dall’Oms di quanto accaduto. A proposito del report che ha realizzato, “continuano a dire che era stato pubblicato prematuramente ed era pieno di errori, ma all’epoca aveva superato tutti passaggi di approvazione”. Questa per il ricercatore è “una linea di difesa folle, oltre che facilmente confutabile”. Peraltro, adottata “per supportare la versione data da Ranieri Guerra”, che ora è indagato per false dichiarazioni. Dunque, la ragione per la quale il rapporto che ha portato a galla la questione del piano pandemico è stato ritirato è semplice per Francesco Zambon: “L’Oms, su pressione di Guerra, che aveva i suoi interessi personali, non ha voluto colpire l’immagine dell’Italia, in virtù di un accordo di tipo politico e a discapito della sua necessaria indipendenza”. In merito alle chat emerse tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro sulla possibilità di rivedere il documento dopo che era stato ritirato: “Non esiste che l’Oms si metta a riscrivere un documento a quattro mani con l’Istituto superiore di sanità, cioè con il Paese oggetto del report. Un conto è informare il ministero della Salute dell’uscita del rapporto, fornendo alcune anticipazioni, un altro è scriverlo insieme”.



ZAMBON “RANIERI GUERRA PROTETTO”

Ranieri Guerra accusa però Francesco Zambon di non aver voluto condividere il report Oms con le autorità italiane. L’accusa è di scorrettezza istituzionale, ma il ricercatore la respinge. “Io il 14 aprile, un mese prima della pubblicazione, ho mandato via mail a Guerra l’indice con una sintesi dei vari capitoli. Certo, per le stesse ragioni di indipendenza, non potevo consegnare l’intero documento”, dice a La Stampa. Inoltre, non era autorizzato ad avere contatti con il ministro della Salute Roberto Speranza o col suo capo di gabinetto, era di Ranieri Guerra, in quanto inviato dell’Oms in Italia, il compito di girare l’indice al ministero. “Quando hanno visto il rapporto, di certo non hanno fatto nulla per recuperarlo. Anzi, hanno appoggiato l’azione di Guerra per farlo sparire o, alla peggio, riscriverlo in modo edulcorato”, prosegue Francesco Zambon, secondo cui i fatti smentiscono le parole di Ranieri Guerra. “Anche se mesi fa negava di averlo fatto o di averne l’autorità, dai messaggi che mandava emerge chiaramente che Guerra si è mosso subito con questo obiettivo”.