Matteo Salvini passa al contrattacco e porta avanti quello che da lui stesso è stato definito in una conferenza stampa un “piano di ricostruzione nazionale“, “Un’alternativa liberale allo statalismo e alla burocrazia del governo Conte“. Parole come al solito dure da parte del segretario della Lega nei confronti del Premier in carica e dell’esecutivo: il Piano di ricostruzione per rispondere economicamente all’emergenza coronavirus sarà presentato nel dettaglio da Salvini nei prossimi giorni, in accordo con associazioni, imprenditori e rappresentanti di settori produttivi, insoddisfatti della risposta presentata dal Governo alla crisi. Secondo Salvini serve un’altra visione d’insieme per riuscire nella difficile impresa di far ripartire il paese dopo una crisi senza precedenti. Salvini non ha risparmiato poi critiche al Governo anche sulla gestione dei detenuti ai quali sono stati accordati gli arresti domiciliari per l’emergenza: “In base a una circolare del ministero della Giustizia datata 21 marzo, mafiosi con più di 70 anni, in regime di 41 bis, con qualche patologia sono liberi di uscire. Alcuni mafiosi sono usciti per un circolare del ministero della Giustizia e ora c’è uno scaricabarile“.



SALVINI: “RAPPORTO CON LE OPPOSIZIONI INESISTENTE”

Nel corso della conferenza stampa Salvini ha spiegato di voler portare avanti un Piano di ricostruzione alternativo anche perché tutte le proposte dell’opposizione al Governo sono di fatto cadute nel vuoto, col rapporto tra maggioranza e opposizioni al momento inesistente dopo tanti buoni propositi iniziali per fronteggiare in un clima di unità nazionale la pandemia. “Il presidente Conte prima si deve mettere d’accordo con sé stesso e con la sua maggioranza. Ieri diceva di voler dialogare poi stanotte sono stati bocciati tutti gli emendamenti della Lega al Cura Italia. Evidentemente, la voglia di dialogo del presidente Conte si limita alle telecamere ma in concreto è pari a zero. Il governo vuole far da solo“. Per questo secondo Salvini serve un dialogo maggiore e un piano di ripartenza più aggressivo di quello impostato: “Se il governo annuncia il dialogo e poi lo boccia, noi il piano lo facciamo con tutte le associazioni delle imprese, dall’agricoltura al turismo, alle imprese produttive, guardando quello che accade negli altri Paesi europei. Occorre una ripartenza graduale e omogenea, senza imporre anche a maggio che gli italiani, i lavoratori, siano costretti a rimanere o a casa o a sottostare a vincoli assolutamente inaccettabili”.

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