La verità sul famigerato piano pandemico in un libro scritto dal giornalista Maxi Parisi e dal consigliere regionale della Lombardia, Davide Caparini. Esisteva, secondo quanto emerge nel libro, un piano per combattere il Covid ma l’Italia fu tenuta all’oscuro e i governi regionali lasciati allo sbando. Conte, secondo quanto emerso, ne era a conoscenza. Il piano porta la data del 12 febbraio 2020: un documento di 40 pagine con 3 scenari differenti di “rischio epidemia” corredati da dati, grafici e tabelle. Lo scopo di tale documento era quello di preparare i provvedimenti per arginare e contrastare l’epidemia di Covid in arrivo in Italia. Il titolo era “Piano Sanitario nazionale per la risposta a un’eventuale pandemia da Covid-19”, spiega La Verità.
Il documento, come sottolineato nel libro, è stato taciuto da Conte e la sua esistenza addirittura smentita dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha continuato a negare fino al 21 aprile 2020. Il documento, con versione definitiva al 22 febbraio 202o, spiegava che “lo scopo è garantire un’adeguata gestione dell’infezione in ambito territoriale e ospedaliero senza compromettere la continuità assistenziale, razionalizzando l’accesso alle cure, per garantire l’uso ottimale delle risorse. L’erogazione di cure appropriate ridurrà la morbilità e la mortalità attenuando gli effetti della pandemia”.
Piano Sanitario contro il Covid-19: cosa prevedeva il documento taciuto
Il documento “Piano Sanitario nazionale per la risposta a un’eventuale pandemia da Covid-19” elencava le azioni da compiere con celerità dal governo per fronteggiare la pandemia, come garantire scorte di mascherine, tute e guanti o aumentare i posti in terapia intensiva. L’esistenza di tale piano fu rivelata nell’aprile del 2020 dal Corriere della Sera ma fu negata da tutti i protagonisti della scena politica. Andrea Urbani, direttore generale per la Programmazione sanitaria del ministero della Salute, spiegò poi che il piano era stato secretato “per non spaventare la popolazione con proiezioni e numeri troppo drammatici”, sottolinea La Verità.
Conte, invece, si difese dicendo che lui non “era a conoscenza del Piano”, smentito poi dal rappresentante delle Regioni del Cts, il dottor Alberto Zoli. Quest’ultimo dichiarò: “Mai avrei potuto rivelare alla Lombardia la presenza di un documento su cui mi è stata imposta riservatezza assoluta. Il documento del Piano mi è stato consegnato brevi manu in busta chiusa con l’intitolazione Consiglio dei ministri e il vincolo assoluto di riservatezza”. Nonostante il piano che parlava di un’immediata catastrofe anche in Italia, il governo italiano spedì in Cina – il 15 febbraio 2020 – un volo pieno di scorte di mascherine e in totale due tonnellate di materiale sanitario. Lo stesso di cui, pochi giorni dopo, ci sarebbe stata carenza in Lombardia.