Il presunto “piano segreto” per affrontare il Coronavirus, che sarebbe però rimasto per settimane sui tavoli del Governo senza che venissero presi provvedimenti concreti, continua naturalmente a far discutere molto. Se può essere comprensibile che questo presunto studio non sia stato reso noto all’opinione pubblica per evitare di scatenare il panico, restano comunque molti punti da chiarire circa il mancato coinvolgimento ad esempio delle Regioni, che avrebbero potuto attivarsi a loro volta per prendere le dovute precauzioni.



Stesso discorso vale per il Copasir, il cui vice presidente Adolfo Urso ha dichiarato ad Affari Italiani: “Da quel che sappiamo, potremmo desumere che avrebbe dovuto saperlo proprio il Copasir che agisce in nome e su delega del Parlamento proprio a tutela della sicurezza nazionale con il vincolo della segretezza. Sulla sua applicazione è facile desumere, ma questa è una mia personale considerazione, come malgrado il ‘piano segreto’ il governo abbia agito in modo contraddittorio e confuso, almeno nella decisiva fase iniziale”.



Il punto è proprio questo: se questo “piano segreto” già a fine gennaio avrebbe avvisato il Governo della potenziale notevole pericolosità del Coronavirus (tanto che proprio per non scatenare allarmismi non era stato diffuso alla popolazione), perché per settimane lo si è sottovalutato, con l’effetto di arrivare impreparati quando la “bomba” è esplosa verso la fine di febbraio? Non a caso oggi dall’Istituto superiore di sanità è arrivato un annuncio: ci sarebbero stati centinaia di casi prima del caso del paziente 1 di Codogno.

PIANO SEGRETO CORONAVIRUS: IL GOVERNO HA SOTTOVALUTATO I RISCHI?

Questa è la domanda che ora ci facciamo tutti e che ora naturalmente l’opposizione pone con forza al Governo Conte. Ad esempio ieri l’assessore regionale della Lombardia al welfare, Giulio Gallera, ha detto: “Il 15 febbraio il ministero degli esteri ha spedito tonnellate di mascherine e altro materiale in Cina e noi il 22 ci siamo trovati senza protezioni, spero nessuno fosse consapevole del rischio, altrimenti sarebbe ancora più grave”.



Sotto accusa dunque ci sarebbe anche Luigi Di Maio, ma soprattutto il premier Giuseppe Conte e logicamente Roberto Speranza, che in qualità di ministro della Salute avrebbe avuto direttamente sulla propria scrivania il “piano segreto” contro il Coronavirus elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Inmi Spallanzani.

Parliamo di un periodo in cui il presidente del Consiglio ci diceva che l’Italia era “prontissima” per affrontare qualsiasi tipo di allerta medica e buona parte dei nostri scienziati definivano il Coronavirus una malattia poco più fastidiosa di una comune influenza, con tanto di spot televisivo patrocinato appunto dal Ministero della Salute, che ci ripeteva come il contagio “non è affatto facile”. Già allora, però, qualche specialista avrebbe opportunamente avvisato Palazzo Chigi dei veri rischi. C’è stato dunque qualche errore in quelle settimane con il senno di poi decisive? Si sarebbe potuto fare di più per prevenire l’epidemia e ridurne gli effetti?

PIANO SEGRETO CORONAVIRUS: LE REGIONI CHIEDONO SPIEGAZIONI

Matteo Salvini pretende spiegazioni: “È chiaro che, finita l’ emergenza sanitaria, dovranno emergere le responsabilità – ha detto ieri il leader della Lega -. Si legge sui giornali, in queste ore, di un piano segreto di emergenza, che sarebbe stato studiato dal ministero della Salute ma tenuto nei cassetti per non preoccupare la gente: se così fosse sarebbe di una gravità incredibile”.

La questione è chiara: alla gente puoi anche non dirlo, ma nel frattempo tu Governo ti devi preparare ad affrontare anche lo scenario peggiore, invece l’esecutivo – secondo l’opposizione – ha temporeggiato finendo per far travolgere l’Italia dal Coronavirus, senza nemmeno avvisare le amministrazioni locali che così non hanno potuto (per quanto di loro competenza) adottare misure che avrebbero potuto mitigare l’effetto di una epidemia, dall’acquisto di materiale utile a disposizioni sull’isolamento.

C’è chi ora parla di “vendetta lombarda“, ma ci sembra davvero riduttivo: se il governo avesse sottovalutato un “piano segreto” che aveva avvisato della pericolosità del Coronavirus, è palese che le colpe del Governo sarebbero assai gravi e sul banco ci sarebbero le morti che avrebbero potuto essere evitate, non una “vendetta” politica di Attilio Fontana o chi per lui. Nelle parole di Luca Zaia: “Di questo piano non sapevo nulla. Se è vero che avevano previsto uno scenario così grave da non far divulgare, era giusto che i governatori ne fossero informati: avremmo potuto prendere provvedimenti d’emergenza”.