Inevitabile l’impatto della siccità sulla vegetazione. Ma non è l’unico problema che l’UE si ritrova a dover affrontare. Se infatti in alcune zone si sta assistendo ad ondate di calore e assenza di precipitazioni, in altre aree al contrario si sono verificate piogge troppo intense. In entrambi i casi le ripercussioni si sono riversate sul settore ortofrutticolo e vitivinicolo. Bruxelles sta quindi pensando a provvedimenti che possano ridurre, per quanto possibile, i danni che si sono susseguiti in entrambi i casi.



Come apprendiamo da Euractiv forti piogge si sono abbattute in particolare in Slovenia e nell’Austria meridionale all’inizio di agosto, causando nel secondo caso 220 milioni di euro di danni in ambito agricolo. In Slovenia invece i danni non sono ancora stati stimati sebbene il primo ministro, Robert Golob, abbia parlato di oltre 500 milioni di euro di perdite. Quanto alla maggior parte dei paesi europei la piaga peggiore è rappresentata dalla siccità: secondo l’Osservatorio Europeo della Siccità nei primi 10 giorni di agosto (ultimo periodo misurato) quasi un quarto del territorio dell’UE era in “allerta, registrando un grave deficit di umidità del suolo, il più alto livello di allerta dell’osservatorio che viene fornito con stress alla vegetazione di una regione.



QUALI REGIONE EUROPEE SONO STATE MAGGIORMENTE COLPITE DALLA SICCITÁ

Questa primavera gravi situazioni di siccità hanno colpito la penisola iberica e altre parti dell’Europa meridionale. Gli episodi di siccità più recenti sono stati invece più concentrati nell’Europa settentrionale. Secondo il rapporto di giugno dell’Osservatorio sulla siccità, le regioni più interessate sono state quelle del Mar Baltico, la penisola scandinava, il Regno Unito, l’Irlanda e la Germania, con “preoccupazioni per la crescita delle colture“.

Mentre però l’Europa meridionale si sta “lentamente muovendo verso una fase di recupero dalla siccità, secondo il citato rapporto la siccità della primavera ha lasciato il segno sulla produzione agricola: le recenti piogge “non hanno controbilanciato gli effetti di una persistente mancanza di precipitazioni e ondate di calore“, con impatti “gravi” sulle colture e sulla vegetazione. La produzione di frutta e verdura in diverse regioni dell’UE “è stata drammaticamente danneggiata” a causa dei “gravi eventi meteorologici avversi in primavera, secondo quanto riportato da un portavoce della Commissione l’11 agosto. Molti viticoltori, nel frattempo, non sono stati in grado di completare le loro misure di impianto “nel periodo più adatto”.



I PROVVEDIMENTI DI BRUXELLES PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ

La situazione è talmente seria che Bruxelles ha pensato di intervenire per cercare almeno di ‘tamponare’ i danni. La Commissione europea, a tal proposito, ha adottato misure per attenuare il colpo per il settore ortofrutticolo e vinicolo già all’inizio di questo mese. Nello specifico, per alleviare la situazione, è stato adottato un ‘pacchetto flessibilità’ l’8 agosto scorso, destinato a consentire agli Stati membri e agli agricoltori un maggiore margine di manovra nell’ambito dei programmi dell’UE per il settore fino alla fine dell’anno.

Inoltre la Commissione ha introdotto deroghe al regime di autorizzazione all’impianto della vite per far sì che i produttori che non sono stati in grado di mettere in pratica le autorizzazioni di impianto a causa delle inondazioni non perdano i loro diritti. I passi arrivano dopo che la Commissione ha già introdotto misure di mercato per il settore vitivinicolo alla fine di giugno, che sono arrivate, al contrario, al fine di consentire agli Stati membri di gestire le quantità eccessive di vino sul mercato. In quel caso, l’esecutivo dell’UE ha permesso ai governi nazionali di avviare una cosiddetta “distillazione di crisi” per evitare crolli dei prezzi alla produzione dovuti dal grande raccolto degli anni precedenti. In pratica ciò significa che fino a metà ottobre le eventuali quantità eccedenti di vino saranno distillate e ritirate dal mercato, mentre l’alcol così ottenuto verrà successivamente utilizzato per scopi non alimentari.