Il carosello dei prezzi sui mercati deve essere fermato attraverso misure politiche. È stata sufficiente la dichiarazione di Ursula von der Leyen, a inizio settimana, in merito all’intenzione dell’Ue di stabilire un tetto per il prezzo del gas, il cosiddetto price cap, per rallentare la spirale dei prezzi al mercato di Amsterdam, che era volato sopra i 300 euro al MWh, facendogli perdere di colpo un sesto del valore in parte recuperato.



Non solo provvedimenti emergenziali nei piani della Commissione europea ma, l’indomani, la stessa von der Leyen è tornata sul tema, richiamando la necessità di interventi strutturali come una riforma del mercato elettrico per superare le disfunzionalità della formazione di prezzo del gas che Putin sta manipolando a suo vantaggio, e che determina il prezzo del kilowattora a prescindere dalla sua fonte: rinnovabile, idroelettrica, nucleare, carbone, geotermica eccetera. Di fatto, si vogliono disaccoppiare i prezzi dell’elettricità dai prezzi del gas.



Ormai dopo le svariate bollette, anche l’utente con allaccio basico da 3kW di potenza, ha imparato a sue spese cosa si cela dietro l’acronimo Ttf, Title Tranfer Facility, ossia il prezzo di riferimento del gas basato su acquisto e vendita di contratti finanziari scambiati alla Borsa del gas europeo di Amsterdam. Il prezzo di riferimento dell’elettricità in Europa è aumentato di 20 volte rispetto all’inizio del 2021. La piazza olandese, che per diversi motivi si è affermata sugli altri mercati del gas esistenti in Europa, concentra soprattutto operatori finanziari che scambiano un volume limitato di uno-due miliardi di metri cubi al giorno, ma genera un mercato ballerino e altamente speculativo, scollegato con la reale dimensione dei volumi fisici di domanda e offerta di molecole di gas.



Come spiega Salvatore Carollo, analista e trader energetico, sarà sicuramente un autunno-inverno difficile, dove non è escluso il verificarsi di un deficit dell’offerta di gas, ma l’indicatore del mercato Ttf amplifica ogni riduzione dell’offerta di 100/200 volte, creando situazioni di drammatica sofferenza a famiglie e imprese, provocando dei rialzi che si ripercuotono sui mercati di tutte le materie prime, penalizzando l’intera catena del valore, mentre assicurano opportunità di profitti smisurati a speculatori internazionali.

Per disinnescare lo “sballo” del Ttf, Carollo propone di staccare il prezzo del gas dall’artificiale parametro del mercato di Amsterdam e imporre come tetto massimo il prezzo del gas liquido, il Gnl, che importiamo dagli Usa. Denominato Henry Hub, è il prezzo stabilito al terminale di esportazione in Florida sulla base delle contrattazioni dei volumi diretti ovunque al mondo dal primo esportatore mondiale di gas liquido. Strutturalmente il valore del gas liquido è più costoso di quello che arriva per tubo, oltreché per effetto di tutte le trasformazioni anche quello con maggiori emissioni. Tuttavia, in questa crisi atipica, a dimostrazione dell’artificiosità della fiammata del prezzo del gas europeo, la quotazione Henry Hub è circa un terzo o un quarto delle quotazioni del Ttf.

Su quale proposta per un tetto europeo si accorderanno il prossimo 9 settembre al Consiglio europeo? Difficile prevederlo. Qualcuno della Curva Sud dell’Europa si è mosso autonomamente. Spagna e Portogallo, favoriti da un mercato energetico poco interconnesso con il resto dell’Ue, hanno adottato un meccanismo di tetto a livello nazionale a 40 euro al MWh per le centrali elettriche a gas con conseguente riduzione della tariffa elettrica per i consumatori finali. Effetto lodevole, sennonché, come riportano fonti comunitarie, è aumentato il consumo. Effetto contrario all’obiettivo del piano europeo di taglio del 15% dei consumi di gas per affrancarsi dalla dipendenza russa.

Inoltre, siccome non ci sono pranzi gratis, se calmierare il prezzo massimo del gas mitiga il prezzo del kilowattora finale, la copertura del differenziale tra prezzo “cappato” e prezzo di mercato ha un costo per le casse pubbliche, peraltro già sotto pressione per l’elevato livello di debito. I meccanismi di applicazione del price cap sono molteplici, e gli economisti non sono allineati sulla loro efficacia nell’influenzare i prezzi.

Dopo una cauta apertura, la Germania ha fatto retromarcia. Meglio concentrarsi sul disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas, secondo il ministro dell’Economia, Robert Habeck. Anche per questa opzione i modelli sono 4 o 5, complessi e nessuno ottimale.

Un modello elaborato in Italia prevede aste con un tetto di aumento sul prezzo alle quali partecipano volontariamente i produttori di rinnovabili, che si garantiscono così sul lungo periodo un acquisto da parte dello Stato a un prezzo certo ma inferiore all’attuale prezzo di mercato. Applicato a livello europeo, avrebbe un impatto ragguardevole, ma è difficile sperare di resettare in fretta regole e pratiche di un mercato ventennale per fronteggiare l’emergenza contingente.

Piuttosto è prevedibile che il fronte non interventista prevalga e il 9 settembre la Commissione non si spinga oltre un documento formale, che senz’altro ribadirà l’intento comunitario di accelerare la svolta verde rimandando le proposte vere. Più che un Net Zero climatico, di questo passo per l’Europa si prefigura un Net Zero economico.

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