Il conflitto in corso a Gaza sembra acuirsi sempre di più con il passare dei giorni, specialmente dopo l’ingresso di Israele con l’esercito nella Striscia, fortemente consigliato dagli USA che, ora, stanno lavorando anche ad una sorta di pace. Non si tratterebbe, però, di un vero e proprio cessate il fuoco, perché secondo l’amministrazione della Casa Bianca è fondamentale che i terroristi vengano completamente annientati, al fine di permettere la libertà del popolo palestinese.



Allo stato attuale da parte degli USA non è mai arrivato alcun appello ad un cessate il fuoco su Gaza, circostanza invece che hanno chiesto a gran voce i leader arabi, specialmente di Egitto e Giordania. Tuttavia, l’amministrazione Biden teme che se si interrompesse la guerra in questo momento, non si farebbe altro che dare ad Hamas il tempo per riorganizzarsi e mettere in atto un nuovo attacco su larga scala come quello del 7 ottobre, che ha dato il via alla guerra contro Israele. In queste ore, inoltre, il portavoce USA Antony Blinken sta visitando i leader arabi al fine di presentare il piano della Casa Bianca per arrivare ad una qualche tregua nella Striscia di Gaza.



Cosa prevede il piano USA per la pace a Gaza

Insomma, secondo gli USA rimane centrale che a Gaza non si preveda alcun cessate il fuoco per non correre il rischio di dare un vantaggio potenzialmente importante ad Hamas. Differentemente, però, una momentanea tregua è fortemente auspicata dalla Casa Bianca, nel pensiero che renderebbe più semplice far evacuare, e portare in salvo, i numerosi ostaggi attualmente in mano ai terroristi palestinesi.

Gli USA, comunque, affermano di essere costantemente al lavoro per liberare gli ostaggi che si trovano a Gaza, così come fatto con le due cittadine americane in una sorta di “progetto pilota”. A tal fine è stata suggerita una tregua di massimo cinque giorni, che non darebbe troppo vantaggio ad Hamas, ma permetterebbe il trasferimento dei prigionieri. Il secondo punto, invece, punterebbe a normalizzare i rapporti tra i paesi arabi e Israele, concedendo a Gaza e alla Cisgiordania l’autonomia governativa, inizialmente con il supporto di un’amministrazione internazionale coordinata da USA, Nato e UE, per poi affidare il potere all’Autorità palestinese. In tal senso, però, rimane centrale secondo la Casa Bianca l’eliminazione di Hamas.