Si continua a lavorare alla bozza del nuovo piano vaccini anti Covid-19. Una volta completata la fase di somministrazione per gli anziani over 80, si deve accelerare con le altre fasce della popolazione. Novità potrebbero arrivare a breve, a tal proposito si attendono anche sulla quantità delle nuove dosi in arrivo, oltre che sulla distribuzione e logistica per le somministrazioni sul territorio. Il nuovo piano vaccinale va nella direzione attesa, quella dell’accelerazione sulle somministrazioni, ma punta anche a rendere uniforme il trattamento delle diverse categorie sull’intero territorio. Il premier Mario Draghi lancerà ufficialmente oggi la strategia italiana nel corso di un incontro all’hub di Fiumicino, ma ha già fissato nel prossimo autunno il periodo entro cui va immunizzata tutta la popolazione.
Si comincerà a fine mese con il nuovo piano per garantire 300mila somministrazioni al giorno, quasi il doppio del livello attuale. Ma da aprile a giugno l’Italia dovrebbe arrivare ad almeno 400mila somministrazioni al giorno con l’aumento delle dosi in arrivo.
PIANO VACCINI, IL NODO DELLE VACCINAZIONI IN AZIENDA
La portavoce del premier Mario Draghi ha anticipato anche che dall’hub vaccinale di Fiumicino oggi pomeriggio non si tacerà neppure sul caso AstraZeneca. «Draghi parlerà pubblicamente in modo puntuale su questo tema», ha twittato infatti Paola Ansuini. L’ex presidente della Bce parlerà del nuovo piano alla luce anche dei ritardi nelle consegne di dosi da parte delle case farmaceutiche e a causa del caos e delle disparità tra le Regioni. Altri dettagli dovrebbero arrivare nel weekend dal commissario all’emergenza Francesco Figliuolo e dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Sono diversi gli aspetti da limare, a partire dalle vaccinazioni sul lavoro. A livello generale si procederà per fasce d’età, con l’unica eccezione delle persone ad elevata fragilità.
Invece per le vaccinazioni in azienda si procederà a prescindere dall’età, sempre che le dosi del vaccino lo permettano. C’è però preoccupazione per la discrezione lasciata ai datori di lavoro, perché la vaccinazione potrebbe trasformarsi in una sorta di premio aziendale indiretto. A tal proposito, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha annunciato che è stato istituito un «gruppo tecnico che sta lavorando alla predisposizione dei protocolli».
PIANO VACCINI, ECCO LA NUOVA BOZZA
La bozza del nuovo piano vaccini finisce sul tavolo della Conferenza delle Regioni e in Unificata. La prima novità riguarda la cosiddetta svolta “anti furbetti”, perché nel testo è stata eliminata la categoria dei lavoratori essenziali come prioritaria. In questo modo dovrebbero essere evitati tentativi di prevaricazione. La priorità spetta agli over 80 e ad alcune categorie professionali come personale scolastico e forze dell’ordine, a cui però si aggiungono 5 categorie per età e patologie. Elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili, disabilità grave) nella prima, persone tra 70 e 79 anni, persone tra 60 e 69 anni, persone con comorbidità sotto i 60 anni senza la gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili, persone sotto i 60 anni. Per quanto riguarda le categorie prioritarie, lo sono considerate, a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, anche personale docente e non docente, scolastico e universitario, Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e altre comunità residenziali.
Il piano vaccini elaborato dal Governo Draghi, è stato rimodulato dal generale Francesco Paolo Figliuolo, nuovo commissario straordinario all’emergenza. L’obiettivo è arrivare a 300mila vaccinazioni al giorno ed evitare differenze tra regioni, già emerse in questa prima fase.
PIANO VACCINI, DOVE SARANNO SOMMINISTRATI E DA CHI
Il nuovo piano vaccini usa, dunque, il criterio delle fasce d’età: dai più anziani ai più giovani, ma con alcune correzioni, cioè la precedenza agli “estremamente fragili” e disabili gravi. L’altra novità rilevante riguarda la possibilità di vaccinare nei luoghi di lavoro, per le aziende grandi, e negli ambulatori dell’Inail per quelle piccole che non hanno medico aziendale. Per quanto riguarda la monodose, resta un’opzione, ma d’altra parte rimanda il problema del richiamo più avanti. In ogni caso non è un’opzione per i vaccini Pfizer e Moderna, visto che sono destinati a soggetti fragili, per i quali il richiamo non va ritardato. Si stanno quindi arruolando altri vaccinatori, come gli odontoiatri, che si aggiungono a specializzandi e medici di famiglia. Ma vanno aggiunto a loro i medici militari e quelli della Croce Rossa. Resta comunque sul tavolo l’ipotesi di autorizzare alla somministrazione anche infermieri e farmacisti, sotto la supervisione di un medico che potrebbe controllare in contemporanea più postazioni. Sarebbe importante per velocizzare il ritmo di somministrazione.
Come anticipato dal Corriere della Sera, ci sarà almeno un grande centro vaccinale nei Comuni con oltre 50mila abitanti. Si pensa a piazzali delle stazioni, parcheggi dei centri commerciali, palazzetti, stadi e centri congressi. I drive through della Difesa usati finora per i tamponi saranno riconvertiti come centri vaccinali. Invece per raggiungere i centri isolati saranno usati almeno 150 nuclei vaccinali mobili della Difesa, mentre la Protezione civile aiutare le Regioni ad allestire le postazioni mobili dove necessario.