Il piano vaccini è uno dei fronti aperti su cui il premier Mario Draghi è pronto a intervenire rapidamente. Nel giro di 48 ore è cambiato il quadro: ora ci sono, quindi bisogna ottimizzare la logistica. Entro il 3 aprile saranno forniti 6,5 milioni di dosi da Johnson&Johnson, mentre aumenteranno le dosi di Pfizer, Moderna e AstraZeneca, arrivando così a oltre 36,8 milioni di dosi, a cui si aggiungeranno le 532mila aggiuntive annunciate stamattina. Ora che il problema approvvigionamento è stato risolto, bisogna accelerare sul piano di somministrazione. Ci stanno lavorando Paolo Francesco Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza, e Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, che venerdì sarà al centro vaccinale di Fiumicino, nel weekend potrebbe fornire nuove comunicazioni in merito al nuovo piano vaccinale.
Prime indicazioni potrebbero però arrivare già venerdì. Ma dalle indiscrezioni finora trapelate, comunque, emerge che il nuovo piano vaccini Covid seguirà il modello israeliano, quindi ci sarà l’immunizzazione per fasce di età, non per categorie, così da non favorire i furbetti del vaccino.
PIANO VACCINI, SCELTO IL MODELLO ISRAELE
L’ossatura del piano vaccini c’è già, ma il nuovo testo verrà presentato nel weekend, assicurano fonti di Palazzo Chigi. In primis, va completata l’immunizzazione degli ultra 80enni, che in tre casi su quattro devono ancora completare il cerchio col richiamo. In questo caso non ci sarà indicazione su quale siero usare, ma tutte le regioni sono partite inoculando Pfizer e Moderna, che sono a Rna messaggero, quindi con loro si finirà quest’opera. Come richiesto dal ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, toccherà poi – spiega La Stampa – a disabili, caregiver e delle persone che vivono in comunità. Ma si andrà nel frattempo avanti con le prenotazioni di due milioni di persone che sono estremamente vulnerabili, individuate già dal precedente piano vaccini, cioè i pazienti affette da forme molto gravi di malattie respiratorie, neurologiche, diabete, fibrosi cistica, renali, epatiche, cerebrovascolari, onco ematologiche e emoglobinopatie, sindrome di Down, trapiantati e grandi obesi. Dopo i pazienti fragili e vulnerabili, si procederà per fasce d’età, come appunto avviene in Israele.