Potrebbe essere davvero al “capolinea” la direzione del commissario Domenico Arcuri sul piano vaccini anti-Covid: il Governo Draghi entro il 5 marzo deve firmare un nuovo provvedimento che “sostituisca” l’attuale Dpcm in scadenza e tra le diverse norme da rinnovare vi è anche la gestione commissariale del Presidente di Invitalia sull’intera emergenza Covid-19 (la cui posizione da commissario scade a fine marzo come previsto dal Decreto Milleproroghe). Il Premier dovrebbe confermare un’operazione “commissariale” – in stile “Modello Genova” – per provare a vincere la pandemia ma potrebbe non essere più “solo” Arcuri a gestire il tutto: secondo un retroscena del Quotidiano Nazionale, dalle primule alla gestione “totale” sul Covid-19, l’era di Arcuri potrebbe volgere al “tramonto”.



O quanto meno, sull’elemento di maggiore importanza del prossimo futuro del Paese – il piano vaccini – dovrebbe entrare la Protezione Civile di Agostino Miozzo e Angelo Borrelli in affiancamento-sostituzione del commissario: il medico coordinatore del Cts per la parte sanitaria, il capo del dipartimento per costi e gestione, così Miozzo e Borrelli potrebbero divenire i due capisaldi su cui Draghi potrà fondare il nuovo piano di vaccinazione.



COSA CAMBIERÀ NEL PIANO VACCINI

«Mettere l’Italia in sicurezza», è il principio cardine che guida Mario Draghi e il nuovo Governo insediato da neanche tre giorni. L’avvio è stato molto complicato proprio per via del complesso rapporto scienza-politica (vespaio di polemiche su Ricciardi-Cts-Speranza) e il Premier non vuole vedere la medesima scena anche sul piano vaccinale, che invece necessita di previsione, tempestività e successo immediato: «Gelate sul nascere le fantasiose primule immaginate da Arcuri e griffate dall’archistar Boeri. Di colpo sono tornate di moda caserme, sedi delle pubbliche assistenze, fiere, persino spoglie sale parrocchiali», spiega ancora QN. Insomma, meno poesia e simboli e più efficienza come del resto chiedono con forza l’area di centro-Cdx del nuovo Governo (Forza Italia, Lega e la stessa Italia Viva): 800mila volontari della Protezione Civile, le forze della Croce Rossa e poi l’Esercito Italiano di nuovo in prima fila, di questo dovrebbe servirsi il Governo Draghi per rilanciare al più presto il piano vaccini. Più organizzazione sul campo (militari e Miozzo), più spazio alla logistica (compito sarebbe di Borrelli) e in generale un migliore rapporto Regioni-Stato centrale che il progetto “primule-Italia rinasce con un fiore” non avrebbero garantito.

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