Tra gli aspetti più delicati del piano vaccini anti Covid ci sono le modalità di attuazione e gli operatori competenti per la somministrazione. Secondo quanto previsto dai commi 457 a 467 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio, l’attuazione del piano spetta alle Regioni e Province autonome tramite medici specializzandi (su cui nelle settimane scorse c’è stata una polemica in merito al pagamento), medici, infermieri e assistenti sanitari, ivi compresi quelli in quiescenza, da reperire mediante le agenzie di somministrazione di lavoro. Ma in caso di insufficienza delle risorse professionali summenzionate, si dovrà ricorrere a prestazioni aggiuntive di medici, infermieri e assistenti sanitari dipendenti da enti e aziende del Servizio sanitario nazionale.
«Agli oneri relativi alla remunerazione dei professionisti summenzionati e delle agenzie di somministrazione si provvede nell’ambito di distinti limiti di spesa», recita il documento “Sulla vaccinazione contro il COVID-19 ‒ competenze e destinatari” realizzato dal Servizio Studi del Senato e pubblicato in data odierna.
VACCINI NELLE FARMACIE, NON DA MEDICI DI FAMIGLIA
Questo vuol dire che l’attuale disciplina «non comprende ipotesi di somministrazione da parte di personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, quali i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta». Del resto, i medici di famiglia – come nel caso della Puglia – saranno coinvolti a breve per il contact tracing e i tamponi. Non è chiaro, però, se le due cose siano in relazione, anche se il dubbio sorge spontaneamente. I medici di famiglia non possono essere coinvolti nella somministrazione dei vaccini, ma le farmacie si. Il comma 471 della Legge di Bilancio è molto chiaro in tal senso. Anche tenendo conto delle «recenti iniziative attuate nei Paesi appartenenti all’Unione europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni» da coronavirus è consentita, seppur in via sperimentale, per l’anno 2021, «la somministrazione di vaccini nelle farmacie aperte al pubblico sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato», subordinatamente alla stipulazione di accordi specifici.