Le piante in futuro forse si fertilizzeranno da sole. È un processo su cui, come riportato da Il Sole 24 Ore, gli scienziati stanno lavorando da tempo. I nomi coinvolti sono diversi. Già nel 1979 ci sono stati dei passi avanti da parte dei britannici Ray Dixon e John Postgate. Il primo è tuttora all’opera, l’altro è invece nel frattempo scomparso. A loro si è aggiunto Luis Rubio, direttore del Centro di biotecnologia delle piante del Politecnico di Madrid.



Il punto di partenza è l’azoto, presente abbondantemente in natura ma non nella forma di cui hanno bisogno le piante per crescere. Gli unici organismi naturali capaci di renderlo appetibile per piante e animali sono alcuni tipi di microbi, noti come diazotrofi, che utilizzano l’azoto molecolare presente nell’aria (N2) per produrre ammoniaca (NH3), senza alcun bisogno di idrocarburi. Alcuni recenti sviluppi suggeriscono che sia possibile estrarre i meccanismi utilizzati da questi batteri per fissare l’azoto e inserirli all’interno delle piante, modificando il genoma vegetale.



Piante in futuro si fertilizzeranno da sole: la ricerca per modificare il genoma vegetale va avanti

Al momento nessuno è ancora riuscito nell’impresa, ma la ricerca sta andando avanti. Luis Rubio sta cercando di far funzionare la nitrogenasi fuori dalla sua sede batterica. È il primo passo per inserirla nel genoma delle piante alimentari. I primi test verranno effettuati su un lievito. Poi, la prima pianta-cavia sarà probabilmente il tabacco. Infine, si passerà al riso. Le tempistiche necessarie per completare il lavoro dovrebbero essere di almeno un decennio. 

L’obiettivo degli scienziati è ad ogni modo quello di dare alle piante alimentari la capacità di autofertilizzarsi, in un futuro più o meno lontano. I fertilizzanti sintetici infatti generano il 2,5% delle emissioni di gas serra e se ne sprecano la metà, inquinando le acque. È un danno che in quest’epoca che punta al green non si può più accettare.